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lunedì 28 aprile 2008

Nove miliardi di debiti per Alemanno

Potrebbe dunque essere di nove punti anche il distacco di Alemanno su Rutelli. Un vantaggio tanto più sensibile rispetto al voto politico, considerato che il vincitore sfidava il sindaco emerito. E che partiva con nove punti di svantaggio – ma certo non poteva sperare, probabilmente nemmeno immaginare, la fanfaronesca campagna di Rutelli, arrivata all’“indiscrezione” che l’avversario aveva prezzolato un rumeno perché accoltellasse e stuprasse una giovane africana…, nessun politico decente alza palle così favorevoli.
Ma il numero nove è soprattutto importante per il debito che il nuovo sindaco erediterà: sette miliardi con le banche e due con la Cassa depositi e prestiti. Con l’onere quindi di pagare ogni anno un miliardo di soli interessi. Con un bilancio in deficit di ben due miliardi, e non potrebbe, la legge non lo consente. Pur essendo dal lato entrate sopravvalutato di uno-due miliardi. Per i due milioni di cartelle pazze che Veltroni ha fatto emettere alla compiacente Equitalia, l’esattore del ministero dell’Economia. Che comunque non sono entrate fiscali, trattandosi di multe e more. Ed essendo finite perlopiù in contestazione, costringeranno il Campidoglio a risarcire gli anticipi di Equitalia.
Questo senza contare il buco dei derivati, la panace inventata dalle banche d'affari per sfruttare i Comuni, che per Roma sarà via via necessariamente più alta che per gli altri Comuni dov'è stato già accertato. Altro mezzo milione di oneri per quattro-cinque anni?

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