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venerdì 15 maggio 2009

Fuori Lepore, lotta continua a Napoli

Giandomenico Lepore dovrà lasciare la guida della Procura di Napoli. Il Csm lo ha deciso, anche se ritarda la pronuncia in omaggio alla richiesta di Napolitano di un “recupero di serenità”. Si farà quindi prima un processo interno alla stessa Procura, convocato dallo stesso Lepore ma in realtà promosso dai Procuratori a lui ostili.
L’ostilità nasce dal fatto che Lepore non ha avallato dieci mesi fa, come questo sito tempestivamente segnalava (“L'arresto era per Bertolaso", Anti.it del 28 maggio 2008), la decapitazione della Protezione Civile che si apprestava a liberare Napoli dai rifiuti. Lepore, contrario al procedimento, che a tutt’oggi è inceppato, ottenne solo che esso fosse limitato alla tecnostruttura della PC, con alla testa Marta Di Gennaro, che ne era il direttore generale, lasciando fuori il sottosegretario Bertolaso e quindi il governo. Ma questo era quello che i promotori dell’accusa volevano, e ora intendono comunque ottenere attraverso l’allontanamento di Lepore. L’intento è preciso: non si dirà che il procedimento non aveva fondamento, si dirà che Lepore ha salvato il governo, Berlusconi per intendersi.
Non è la prima volta che i Procuratori della Repubblica napoletani, “piuttosto che lavorare”, come rimproverava loro il predecessore di Lepore, Cordova, fanno il processo al Capo ufficio. Il primo ad essere allontanato fu lo stesso Cordova, ora toccherà a Lepore. E l’avvertimento vale per il successore. D’altra parte, niente di più “napoletano”, in questo senso, del Csm.

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