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giovedì 4 marzo 2010

Hammett ammazzasindacalisti

“Enigmatico” è l’aggettivo che Layman usa per Dashiell Hammett, ed è l’aggettivo giusto: lo era da ragazzo, e lo è stato fino alla fine. Anche se nei trent’anni dacché questa biografia è stata scritta, con l’aiuto allora in particolare di Jo Hammett (la moglie? la figlia? talvolta la moglie, talvolta la figlia: l'edizione del libro è sciatta, c'è perfino una "isola di Tripoli" con le tre assegnate nel 1530 all'Ordine di Malta, insieme con Malta appunto, Gozo e Comino), molto si è saputo che non si dice. In particolare sull’esperienza alla Pinkerton e l’etica professionale dell’agenzia, che Layman dice “Hammett abbracciò entusiasticamente, aderendovi per il resto della sua vita con devozione quasi religiosa”. Questa etica, spiega Layman, era imperniata sulla riservatezza.
Era anche un dandy, Hammett, uno che costruiva il suo personaggio, dal taglio dei capelli a quello degli abiti. E mai fu innamorato, se non forse della moglie poi abbandonata e non divorziata, con la quale ebbe due figlie. Anche questo Layman dice, seppure distrattamente, qua e là, in una o due righe. Layman è diventato biografo di Hammett lavorando alla bibliografia dello scrittore. La sua curiosità è soprattutto letteraria, una metà di questa biografia è un repertorio delle opere, anche delle note di poche righe purché stampate, con sintesi e valutazioni - tutte singolarmente dettagliate e revulsive, come e forse più delle sinossi dei programmi di sala all'opera o al balletto.
Il libro reca in appendice il processo del 1951, il primo dei tre che Hammett subì per essere un comunista, concluso con l'arresto in aula per reticenza, e sei mesi di prigione (uno poi condonato per buona condotta), benché fosse un patriota, volontario in entrambe le guerre, e un invalido ufficialmente riconosciuto. E questo riconcilia col personaggio, l’infamia della giustizia inquisitoriale. Del giudice quasi più che del pubblico ministero, che pure era un ammazzacomunisti professo: il giudice Sylvester Ryan è determinato a condannare Hammett e arrestarlo fin dall'inizio, proprio per essere uno che si ritiene nel giusto. Bisognerà riscrivere la storia della Inquisizione alla luce, recente e così ben documentata, del maccarthysmo, o della verità del giudice. Ma questa è un'altra storia.
Nel testo Layman riporta , quasi come un pezzo della narrativa, il secondo interrogatorio di Hammett alla Sottocommissione del Senato sulle attività antiamericane, la commissione McCarthy, condotto quest’ultimo dallo stesso McCarthy. Il primo interrogatorio alla stessa Sottocomissiione, presieduta dal vice Karl E.Mundt, è stato reso in seduta segreta e pubblicato solo nel 2003. Questo interrogatorio è disponibile nella piccola brochure dedicata in Francia ai tre processi subiti da Hammett.
Layman mette anche in giusta luce che la condanna a sei mesi fu una sorta di condanna a morte: Hammett uscì di prigione malato per sempre (non c'era organo vitale che non fosse in pessime condizioni quando morì dieci anni dopo), senza possibilità di lavorare a causa della condanna, e senza reddito, il fisco pretendendo da lui più di quanto avesse guadagnato. Mette anche nela giusta luce, questa biografia, la straordinaria forza morale dell'uomo. Sia nei rapporti umani, e di lavoro con i dipendenti, sia in guerra. Quando l'America entrò in guerra contro Hitler tentò più volte di arruolarsi. E quando infine fu preso lavorò instancabile, anche in posti difficili come l'Alaska e le Aleutine. Qui progettò e fece uscire per quindici mesi un giornale quotidiano per le truppe. Ma sempre col lato oscuro in agguato, che la biografia non tenta di scalfire. Manifesto nell'uso smodato dell'alcol e del sesso, una compulsione senza una ragione che si veda o si sappia. Il titolo della biografia dice più di quanto Layman poi si spinge a documentare - la riservatezza e il dandysmo non prendono più di una pagina.
Il biografo stesso lo sa, che spiega alla prima pagina: Lillian Hellman, "l'amica più fidata di Hammett negli ultimi anni della sua vita, sebbene i due non fossero affatto compagni stabili", sua erede, in parte, ed esecutrice testamentaria, si appropriò con una abile manovra avvocatesca tutti i diritti sull'opera, a danno dei familiari, con una spesa di appena duemila dollari, e si arrogò, nello stesso giudizio, il diritto esclusivo a scriverne la biografia. Salvo rinunciarvi subito dopo, e poi a scoraggiare ogni tentativo di scriverla. Dunque, la biografia non è si è potuta in realtà scrivere, finora. E il motivo è forse uno solo.
Della personalità dello scrittore Layman mette anche in luce, alla solita maniera, di passaggio, la solitudine. Alla moglie cattolica e al prete cattolico del matrimonio Hammett nasconde di essere nato anche lui in una famiglia cattolica. Vive fumando e leggendo, agli inizi a San Francisco "tutto quello che era possibile leggere" della Public Library, come il personaggio della "Nausea" di Sartre. A Hollywood è condannato, senza una reazione da parte sua, per aver aggredito un'attrice, Elise de Vianne. A New York passa un'estate all'hotel Pierre, e se ne va senza pagare il conto. Ma forse c'era di più, nel lato oscuro dello scrittore. La Pinkerton National Detective Agency aveva cambiato natura a fine Ottocento, divenendo una forza privata antisciopero e antisindacato. Layman lo dice, ma tace sul ruolo di Hammett, se non nella forma dell’“aneddoto”, cose da poco e bonarie. La probabile commistione di Hammett con le attività antisciopero della Pinkerton è invece così ricostruita nel romanzo “Non c’è anarchico felice” di recente pubblicazione, p. 567 (Astolfo, “Non c’è anarchico felice”, Lampi di Stampa, pp. 676, € 21):
“La mattina dell’undici Henry Kissinger arriva a Mosca per gli accordi finali sul Vietnam, che i Vietcong accettano. Otto ore dopo il Cile e Allende sono sotto le armi. Unidad Popular non reagisce, le elezioni per il Parlamento erano state del resto perdute, lo stadio si riempie di politici prontamente arrestati. Il palazzo della Moneda e il presidente Allende, che fanno paura ai fascisti, sono bombardati, con carri armati, bazooka, aerei e bombe incendiarie. Il dottor Kissinger non l’avrà fatto ma l’ha fatto fare. Non per il rame dell’Anaconda, chi se ne frega, per la democrazia. Il dottore persegue la norma, la democrazia per gradi come l’insegnamento a scuola, insegna la democrazia. Con e contro i generali, in Brasile, Pakistan, Indonesia, Grecia. Quest’anno in programma è il Cile.
“L’Anaconda Copper già nel ‘17, a Butte, Montana, Usa, commissionava un assassinio, nella persona di Frank Little, guercio, sindacalista, mezzo indiano. Che fu linciato, appeso a un palo della ferrovia, dopo essere stato rapito a casa sua e castrato, da un commando di sei uomini, di cui uno somigliante al futuro scrittore Dashiell Hammett. Upton Sinclair tre anni dopo, in Soluzione 100 per cento, raccontò il linciaggio di un wobbly a opera di un Hammett. Per cinquemila dollari, che sono ancora una cifra rilevante. Ora wobbly è un problema, Vivian Gornick ne ha fatto il Romance, ma nessuno sa nemmeno che cosa la parola voglia dire. Di certo indica un compagno, uno dell’Iww, Industrial Workers of the World – forse è il double-you pronunciato da un cinese, la doppia w. Hammett fu guardia antisciopero all’agenzia Pinkerton nel ‘15, a ventun’anni, fino al 1918, e di nuovo, dopo una breve parentesi nel servizio ambulanze dell’esercito, fino alla decisione nel ‘22 di scrivere. Ha lavorato per Pinkerton anche a Butte, Montana. Un anno prima a Everett, nello stato di Washington, quaranta wobblies erano stati imprigionati, e nella notte lasciati nudi a centinaia di poliziotti privati armati di fucili, bastoni, fruste, catene. I wobblies protestarono. Ma mentre risalivano il Puget Sound in barca, furono affrontati con carabine a ripetizione, lasciando venti morti e cinquantuno feriti”.
Nello stato di Washington Hammett lavorerà per la Pinkerton dopo la guerra, nel 1921. Dal Washington opererà quell’anno per l’agenzia anche in Idaho e Montana, dove la Anaconda era sempre in guerra contro i minatori, che avevano ingaggiato un altro braccio di ferro con l’azienda per formare un sindacato – e nuovamente lo perdettero. Quindi lavorò ancora alcuni mesi a Seattle, altra città di guerre al sindacato. Gli “aneddoti” cui Layman si riferisce sono raccontati dallo stesso Hammett nelle sue prime autobiografie di scrittore esordiente, nel 1923. E sono il tema, come è noto, del suo primo romanzo, "Raccolto rosso", che è retrospettivamente piuttosto esplicito, pur nel garbuglio di personaggi e situazioni che lo ingombrano: la città di Butte, Montana, in lotta contro il gruppo minerario che non vuole dare e non darà diritti sindacali, e contro il sindacato ingaggia la Continental-Pinkerton - il sindacato comunista Iww è nel romanzo una banda di mafiosi ma la situazione è quella.
La commediografa Lillian Hellman, che sarà la compagna di Hammett e lo introdurrà al partito Comunista, ricorda in “Tempo di furfanti”, del 1976, che lo scrittore-detective le confidò di avere ricevuto la proposta di assassinare Frank Little, e di averla rifiutata. Che può anche non essere vero – che la proposta sia stata fatta a Hammett, che Hammett l’abbia rifiutata – ma conferma che la Pinkerton ammazzava i sindacalisti, in forma non aneddotica. La moglie di Hammett, Josephine, veniva da Anaconda, Montana.
Richard Layman, Shadow Man, vita di Dashiell Hammett, Oscar Mondadori, pp. 329, € 10,50
Dashiell Hammett, Interrogatoires, Allia, pp.95, € 3

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