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martedì 16 novembre 2010

Pasticcio procidano d’autore incredulo

Invece che del romanzo, Cordelli inscena all’esordio la morte dell’autore. Declinato al femminile in A: Alice, Amelia, Agata, Ada, Agnese, Annabella. L’autore si decompone, proprio lui, fisicamente, mentalmente. Per l’illuminazione recente del professor Derrida, che è anche personaggio in commedia, “La scrittura e la differenza”. Con la stessa scrittura ellittica. Più calchi residui di Robbe-Grillet, l’occhio freddo sugli oggetti. E di Bernhard, per gioco di bravura, senza la sua materia esistenziale. Qualche smontaggio – oggi découpage. E l’omaggio al Barthes degli attrezzi dello scrittore. Sullo sfondo familiare di Gombrowicz – il vecchio cane – del sesso asessuato, e del quadrilatero goethiano delle affinità elettive, con lo scrittore voyeur nel mezzo, i probabili punti di partenza. L’autore stesso sembra incredulo di fronte a tanto pasticcio.
La ricerca letteraria non sa narrarsi. Serve a esercizi di decostruzione, come i romanzi a chiave al pettegolezzo.
Franco Cordelli, Procida

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