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lunedì 15 novembre 2010

Se l’opinione pubblica si ribella, con Berlusconi

In teoria Berlusconi si è votato al suicidio. Ha tanto rotto le scatole, a Fazio, a Santoro, a Saviano, a tutti i virtuosi della Repubblica, alla Rai e fuori della Rai, che andare al voto equivale a suicidarsi. E allora perché insiste, non fa prima a buttarsi da un ponte? Perché è un megalomane? Sì. Perché alle elezioni si diverte? Sì. È il solo divertimento che gli si conosce in vent’anni, al governo è sommerso da gente non simpatica, Bossi, Fini, Casini, Follini, il professor Buttiglione, Draghi, Almunia, se c’è ancora lui. E poi ha vinto tutte le votazioni, comprese quelle che ha perso, nel 1996 e nel 2006. A meno che non sappia che, con questa periodizzazione decennale, la prossima sconfitta gli toccherà nel 2016 e quindi accelera con le votazioni – finora ne ha vinte tre in due anni.
C’è anche da considerare questa possibilità: che voglia sbugiardare la democrazia. Berlusconi essendo Berlusconi non possiamo non addebitargli le peggiori intenzioni, e dunque quella di dimostrare che il voto, la democrazia, non sono niente, meglio le oligarchie. Ma c’è oligarchia peggiore di quella che già governa l’Italia, tra i rifiuti del vecchio regime, le terze e quarte file, e i profittatori del nuovo, giudici, scienziati politici, e giornalisti, o meglio i padroni dei giornali? Si può metterla allora così: più di Berlusconi sono screditati i giudici e i giornalisti. Che infatti Berlusconi non perde occasione di svillaneggiare: appena gli danno un microfono li attacca. È una soluzione soddisfacente dell’enigma: Berlusconi è il rifiuto dell’opinione pubblica.
Che non è semplificatorio. Se ne può scherzare. Il popolo di destra si sente al suo solito circondato e aggredito, è lo stato d’animo del piccolo borghese, il compito di Silvio è di rincuorarlo. È il segreto vecchio delle passate elezioni, e il tradimento di Fini lo ripropone rafforzato. Il popolo di destra come al solito è smarrito. Si sente, si vede, accerchiato dalle televisioni e dai giornali: molti vedono Fazio, Ballarò, Santoro, Lerner, e le ufficialesse di complemento Annunziata, Dandini, Berlinguer, o ne leggono meraviglie nei giornali, mentre il loro Vespa è confinato alle undici di notte e più spesso a mezzanotte, ore per gli operosi berlusconiani infrequentabili. E insomma, è sempre la vecchia partita tra Berlusconi e la Rai…
Ma per i non berlusconiani c’è di più. Berlusconi è il rifiuto dell’opinione pubblica da parte dell’opinione pubblica. È un’appropriazione, si può anche pretenderlo, dell’opinione pubblica, contro il tradimento dei suoi interpreti o artefici. È comunque una sconfessione, e una rivolta. Contro un’opinione pubblica propriamente detta, ufficiale, che è incapace da vent’anni di capire perché non morde, non incide. In realtà non è che non capisca, è che non se lo chiede.

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