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lunedì 4 aprile 2011

I morti fanno notizia se amici

Da quando sono iniziati i bombardamenti sulla Libia sicuramente molti libici sono morti per le bombe dell’Onu. Ma se ne ha notizia raramente, e solo quando le bombe Onu colpiscono i ribelli a Gheddafi, provocando “vittime da fuoco amico”. Ciò risponde alla pratica del giornalismo – alla professionalità – ma in modo improprio, e non corrisponde alla deontologia, a ciò che il giornalismo dovrebbe essere.
Un giornalismo leale o veritiero dovrebbe dire che le bombe Onu fanno morti civili, e cercare anche di sapere quanti e in che modo sono morti. Sul piano professionale, è senz’altro vero che è l’uomo che morde il cane a fare notizia piuttosto che il contrario, giacché da sempre il cane ha morso l’uomo, e quindi non c’è la novità. Ma allora allo stesso modo si dovrebbe dire e sottintendere che le cosiddette guerre umanitarie o per i diritti civili sono guerre come le altre, con morti innocenti. Mentre si presuppone (nell’impaginazione, la titolazione, le illustrazioni, i commenti) che siano guerre chirurgiche, mirate a estirpare i tiranni, e che ci riescano.

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