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mercoledì 6 aprile 2011

Il capitalismo di Weber è un’altra cosa

Viene letto come una celebrazione della superiorità del Nord. Prospero perché parco, quindi tutto virtù. Non perché ha avuto contadini servi fino a fine Settecento, perché ha praticato l’usura, perché s’è trovato con la banca pronta dove ce n’era la necessità, nelle zone carbonifere che hanno avviato lo sviluppo industriale. Weber dice invece: “Chi cerca la visione vada al cinematografo”. (p. 79). Il capitalismo – di cui peraltro propone di cambiare il nome (41) – individuando in molte cose. Quello ebraico dice speculazione di paria. Mentre il puritano è uno senza duttilità (209). Il pietismo rileva più aperto – ma è un luteranesimo cattolico.
M. Weber non apprezzava la psicanalisi, e in questo caso ha perduto un’occasione: ci avrebbe trovato il senso esagerato del denaro - il desiderio di possederne e insieme l’avarizia – che tanto spazio ha nel calvinismo imputato alla “fase anale”, immatura, dello sviluppo psicologico.
Max Weber, Sette e capitalismo

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