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sabato 30 luglio 2011

Un presidente troppo virtuoso

Rinuncia alle ferie, rinuncia all’appannaggio, ha risparmiato 15 milioni sulle spese del Quirinale. Già affannato a intervenire ogni giorno su ogni questione. Anche due e tre volte al giorno. Con ogni interlocutore e perfino in lingue straniere, come i papi. E quando non ha interlocutori sottomano a mandare messaggi e moniti, proprio come i papi. Per il presidente Napolitano sembra non ci sia pace. E in fondo è lui stesso il primo segnale che l’Italia è in crisi, un esercizio dela presidenza che rischia perfino di appannare il settennato nero di Scalfaro. La vicenda degli appartamenti, a basso fitto,che Bossi chiama ministeri sarebbe da ridere se non fosse tragica: il catalogo propagandistico di Bossi è ormai liso, ma ci pensa Napolitano a rinverdirglelo - i veri ministeri sono stati trasferiti, da tempo, molto più a Nord, a Londra e a Berlino.
C’è perplessità anche tra i Democratici. Che ritengono non più pagate l'immagine del presidente, poco equilibrato, partigiano, al traino dei media. E si chiedano se non pesi l’età, o il mandato troppo lungo. I costituzionalisti non parlano, perché Napolitano è pur sempre della famiglia, ma tutti arricciano il naso: quella del presidente non è più sollecitudine ma intromettenza politica, incostituzionale.
Nessuno dà peso all’ipotesi che Napolitano insegua un governo delle opposizioni (non ha i numeri), né una grande coalizione Pd-Pdl per la legge elettorale e il federalismo (non ha più il candidato presidente, Tremonti). Tutti ritengono che vi vorrebbe più aplomb, soprattutto sulle grandi questioni, la difesa dell’euro, la guerra in Libia.

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