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sabato 24 maggio 2014

Il fattore Berlinguer – chi lo tocca muore

 “La sinistra di tutte le sfumature ha trovato nella denuncia morale un comodo surrogato dell’iniziativa politica” è una conclusione perfino lapalissiana. Ma il silenzio che l’ha accolta è fragoroso.
Martina, che ora insegna Etica a Roma, fu una fan sfrenata di Berlinguer. Di tutto Berlinguer: della Costituzione feticcio, del Partito diverso, del compromesso con la Dc, e dell’austerità. Oggi, da studiosa, stenta a crederci: avendo deciso un riesame per i trent’anni della morte, su ognuno di questi quattro punti trova solo vicoli chiusi. Si meraviglia anzi, che il Partito, avendo reagito subito quasi unanime (da Napolitano a Natta) con raccapriccio alla chiusura nella questione morale e la diversità, non abbia saputo reagire.
Di più il pamphlet avrebbe inciso se avesse fatto la storia dei due cardini del berlinguerismo, l’austerità  e la questione morale. Due trappole. La prima fu tesa da Fanfani, la seconda, con corredo di “tecnici”, “uomini giusti al posto giusto”, onesti e capaci, etc, da Scalfari, da sempre avverso alla politica – il suo primo “Autunno della Repubblica” è del 1955 (la questione morale è la non-politca di un repubblicanesimo che, pur professandosi molto laico, non riconosce il suffragio universale)..
Di più anche il pamphlet avrebbe inciso se fosse stato impostato sull’attualità, sui vent’anni di niente eccetto il comodo antiberluconismo. Che per le mosche cocchiere del Pd (Gomez, Travaglio, D’Avanzo, etc., tutta gente di destra) è business, ma per la politica? È un caso che Berlinguer sia diventato appannaggio della giustizia politica, la colpa più grave, di Grillo, e di governi “tecnici” disastrosi, da ogni punto di vista? Con qualche anima candida, molti sepolcri imbiancati, tantissimi reduci-resistenti, specie fra quelli che trent’anni fa ancora non c’erano.
Resta un atto di coraggio, perfino temerario. Di Martina, che è stata dirigente e deputata del Pci, si sono contestati per questa critica perfino i titoli accademici: chi tocca Berlinguer muore. Agli illusi è inutile parlare. Ma questo inossidabile sovietismo era forse il punto centrale da argomentare. È infatti coltivato dai media, che rispondendo ai nomi di Cairo, De Benedetti, Bazoli, Elkann, e alla corruttela Rai, sollevano perplessità. Se non s’intende il compromesso una piccola “larga intesa”, col Pci subalterno ai resti di una parte della Dc – ora ringiovanita e imbaldanzita con Renzi.
Claudia Martina, Berlinguer in questione, Laterza, pp. XV + 121 € 12

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