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venerdì 23 gennaio 2015

La pace di Firenze

Un capolavoro delle diplomazie. E anche di genio politico: Il giorno in cui la Banca centrale europea sconfessava (in teoria) Angela Merkel, la cancelliera era attesa a Firenze da un’accoglienza di stile rinascimentale. Con sicura lusinga dell’opinione pubblica in Germania. Con una sorta di “scoperta” dell’Italia, che lavora seriamente. E soprattutto, non detto, con l’abbandono della politica di rigore che la Germania ha imposto a mezza Europa, ora che la stessa economia tedesca ha bisogno di rilanciarsi.
Un favore alla Merkel ricambiato profusamente. A Renzi e all’Italia: ai vertici europei e al G 7, che Merkel presiede pro tempore, non dovranno più andare col cappello in mano.
Il famoso Concilio di Firenze che doveva unire le due chiese, la romana e l’ortodossa, ebbe poca fortuna nel Quattrocento: tante  belle decisioni senza seguito. La pace di Firenze tra Italia e Germania, e tra i leader dei due schieramenti politici europei, il socialista-progressista e il popolare, invece non può che dire bene all’Europa.  

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