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domenica 18 gennaio 2015

Recessione – 31

Quello che bisognerebbe sapere e non si dice:
L’economia va peggio, non meglio. L’economia europea, di cui quella itaiana è parte. La crescita del pil italiano quest’ano la Banca d’Italia ha ridotto alo 0,4 per cento, dall’1,3 per cento che si prospetava asei mesi fa.

Tre milioni e mezzo di aziende ha problemi di liquidità per mancati o ritardati incassi – nessuno paga nessuno.

3,6 milioni di giovani in età di lavoro, in gran parte donne, non cerca più un’occupazione o un’attività Sono il 15 per cento della forza lavoro.
L’analoga percentuale è al 2,2 per cento in Gran Bretagna, all’1,2 in Germania, al 5 per cento in Spagna, che pure ha una disoccupazione molto più alta (in Spagna qualcosa si muove).

Si imputa la deflazione al ribasso del petrolio. Mentre è vero il contrario: il calo dei prezzi dell’energia migliora la propensione al consumo, ma non basta a contrastare l’effetto deflattivo dell’austerità.

Il ribasso del greggio è peraltro dimezzato in euro, per la contemporanea svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro, moneta di riferimento dei mercati internazionali, del 20 per cento in due mesi. Da qui l’impatto limitato in Europa del calo del greggio rispetto alla propensione al consumo, elevatissima invece negli Usa. L’Europa è sempre in austerità.

La Caritas ha aperto in tre anni cinquanta supermercati della carità. I parroci certificano il bisogno delle famiglie,. Cui la Caritas dà un tesserino speciale, con cui fare la spesa gratis. Di tutti i generi alimentari eccetto il “fresco”.

Il Comune di Roma paga alla Caritas cinquemila pasti l giorno per i poveri – ne pagava duemila ancora al tempo di Veltroni, nel 2007.

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