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domenica 13 maggio 2018

Negoziato a mano armata

Minacciando una guerra impossibile, Trump potrebbe stabilizzare il rapporto con l’lran. Con un Iran democratico come lui vorrebbe o con questo degli ayatollah, ugualmente. È un interrogativo che è già una risposta nell’analisi del nostro ministero degli Esteri
Il presupposto è che il rapporto con l’Iran va stabilizzato: Teheran deve recedere dalle condotte aggressive, che sotto il manto della rispettabilità ha intensificato, in Siria, nello Yemen e contro Israele. Quasi che l’accordo con gli Usa per ridurre e eliminare le sanzioni ne avesse liberato i disegni di egemonia.
La mancata risposta di Teheran a Trump potrebbe già indicare che il colpo è andato a segno. Bruciate ritualmente le bandiere americane, gli ayatollah sembrano tornati prudenti come sogliono essere.
Ancora pochi giorni fa, nella parata militare del 18 aprile, ponevano al centro della sfilata un missile “Lanterna”, copia modificata del Kh.55 ucraino di progettazione russa, assicurandone una gittata di 3 mila km. e la capacità nucleare. Ancora alla vigilia del no di Trump avevano d’improvviso colpito Israele con una raffica di missili dalle loro postazioni in Siria. Dopo il no di Trump e la rappresaglia israeliana, invece, silenzio.

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