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domenica 29 agosto 2021

Tolstoj secondo Alvaro

È la prima edizione italiana, nel 1942, dei racconti di Tolstoj, scelti dalla figlia Tatjana, e da lei affidati per la traduzione ad Alvaro. Con buona parte della dettagliata presentazione che la stessa Tatjana scrisse allora per l’edizione Mondadori, sui riferimenti e i tempi della composizione dei vari racconti, e sui loro ritrovamenti nel lascito.
Il racconto lungo “Il diavolo”, testo non pubblicato da Tolstoj perché in parte autobiografico, sul padrone che s’incapriccia di una contadinotta – con due finali. Il cavallo poi celebre di “Passolungo”, il racconto forse più amato. Un anticipo della “Sonata a Kreutzer”, sotto il titolo  “Come il marito uccise la moglie”. Le “Memorie di un pazzo”, all’origine “Memorie di un non pazzo”, sulla crisi spirituale sopravvenuta dello scrittore, altro testo che non volle pubblicare. Un apologo, “Alioscia Brocca”, su un Giovannino avventuroso. E i “Primi ricordi”, scritti su sollecitazione del primo biografo, con i ritratti del padre, della madre che Tolstoj non conobbe (morì quando aveva un anno e mezzo), della “zia” Tatjana Alessàndrovna, lontana parente innamorata segretamente del padre, una vice-mamma di cui Tolstoj condivide tutto, la saggzza, la calma, la generosità, l’abilità al pianoforte, e del fratello maggiore – di sei anni – Nicolino, Nikòlenjka, gran lettore e grande narratore, fantasioso creatore di giochi per i fratellini, tre, a scalare di un anno. 
La traduzione di Alvaro è tolstojana: scorrevole, sicura, autorevole. In più punti Tolstoj sottolinea il carattere russo, di personaggi , umori, situazioni. Il rapporto con la servitù, il riserbo nelle effusioni, negli usi, indirettamente l’amore inconfessato di Tatjana Alessàndrovna per il padre.  “Mio padre a vent’anni non era più un giovane innocente”. S’era arruolato a 17 anni, “malgrado l’orrore, la paura e le suppliche dei suoi genitori” – erano gli anni delle guerre napoleoniche, nelle quali, non si dice, ma si moriva in quantità (ministro della Difesa “il principe Alessio Gorciakov, parente stretto di mia nonna, principessa Gorciakov”, generale al fronte il fratello del ministro, Andrea Ivanovič). “Fece le campagne del ’13-‘14”, di Russia, con la ritirata napoleonica, mandato come corriere in Francia fu fatto prigioniero, “e non fu liberato che nel ’15, quando le nostre truppe entrarono in Parigi”. Ma “anche prima dell’inizio della carriera militare, cioè sui sedici anni, era stato unito dai suoi genitori, per ragioni di salute, secondo le idee di allora, a una ragazza della servitù. Da questa relazione nacque il figlio Myscenka” – un fratello che sempre farà ricorso in seguito per aiuto a Lev e agli altri fratelli.
Lev Nikolaevič Tolstoj,
Racconti e memorie (nella traduzione di Corrado Alvaro), SE, remainders, pp. 188  € 9,50

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