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lunedì 28 marzo 2022

L’Occidente è diviso

La guerra di Putin sembra aver fatto rinascere l’Occidente, come ai tempi della guerra a Hitler, e della guerra fredda. Ma solo sembra: gli interessi di Stati Uniti e Europa sono diversi e anche in contrasto, in questa guerra. Nei suoi prodromi e nei suoi sviluppi.
Per quel tanto che la guerra si potesse evitare - prendendo cioè per buona l’accusa di Mosca a Kiev di avere disatteso gli accordi di Minsk del 2015 su Crimea e Donbass - questo è avvenuto col sostegno dei tre governi americani che si sono succeduti da allora, Obama, Trump e Biden. È comunque un fatto che, pur non essendo l’Ucraina eleggibile alla Nato in base agli statuti dell’Organizzazione, gli Stati Uniti lo hanno lasciato credere dal 2008, amministrazione Bush jr. uscente, in poi.
Nessuna soluzione è ora possibile alla guerra: le sanzioni economiche non consentono una mediazione, e il riarmo dell’Ucraina si fa limitato, per quel tanto che non consenta una soluzione militare.
Gli effetti collaterali della guerra in Europa vano a beneficio degli Stati Uniti. Il calo (crollo) della tensione in Estremo Oriente, attorno a Taiwan. L’indebolimento di molti settori concorrenti europei, automotive, aeronautica, armamenti, chimica, a causa delle sanzioni - gestite dagli Stati Uniti, hanno di fatto un costo solo per l’Europa, come questo sito ha già spiegato. Il rilancio dell’industria estrattiva americana, di carbone e idrocarburi, già bloccata dalla normativa ambientale.

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