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mercoledì 28 febbraio 2024

“Makari” il Belìce

Il ricordo del terremoto che nell’agosto del 1968 distrusse la valle del Belìce nell’entroterra siciliano, col ricorso all’archivio. Una “grata memoria” nel disastro. Della proficua attività che Danilo Dolci, il dimenticato apostolo della nonviolenza, triestino sicilianizzato per scelta, era riuscito a mobilitare con la motivazione e l’inclusione, si direbbe oggi, dei giovani di quella landa semiabbandonata. E dell’attenzione nazionale sulla disgrazia, con la Rai inevitabilmente in primo piano. Con Sergio Zavoli inviato. Con l’allora presentatore del telegiornale Piero Angela - all’origine della trasformazione del Belìce in Bélice nella parlata comune, con i primi convulsi annunci della catastrofe.
Una rievocazione un po’ scontata – non manca la mafia, che si prende gli appalti della ricostruzione.
Curiosamente, due giorni prima, la stessa Rai aveva sulla rete 1 una splendida produzione Palomar, la casa di produzione di Degli Esposti che sa fare la Sicilia bella, della serie semiseria “Makari”, centrata proprio sul Belìce. Sul Belìce della ricostruzione. Senza la mafia – oppure con la mafia degli architetti. E con i locali, i sopravvissuti, spinti, invogliati, finanziati perfino, a emigrare, ad andarsene. Il paese lasciando a una “ricostruzione” in forma di opera d’arte, di ferro-cemento – uno che ritorna non trova la tomba di famiglia dove mettere un fiore, il cimitero non c’è, è un “Cretto”, opera d’arte in cemento armato. Un monumento assolutamente voluto da Ludovico Corrao, che si era appena illustrato quale difensore di Franca Viola (la prima donna, minorenne, che aveva denunciato il violentatore, rifiutando il matrimonio riparatore, ed era il sindaco -  poi sarà a lungo senatore (Sinistra Indipendente). Ma una sorta di Super Mafia Museale – che i locali com ambizioni artistiche ha degradato a “artigiani”.
Il documentario è un episodio della serie Rai “Di là dal fiume e tra gli alberi”, che quest’anno, all’ottava stagione, esplora l’Italia, dal Sud al Nord. Serie benemerita sotto vari aspettai. Ma è sempre la Rai, la mozione degli affetti.
Lucrezia Lo Bianco, Belìce, epicentro di memoria, Rai 5, Raiplay

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