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Ma col riarmo ci vuole la leva
Boris Pistorius, il ministro della Difesa, ne parla già da un paio d’anni,
il cancelliere Merz ora la prospetta pure lui: la leva militare. È una
proposta, quindi, cristiano-democratica, Merz e Pistorius sono Cdu, contro cui
sono schierate tutte le sinistre e i Verdi. Ma la reintroduzione della leva
militare è in effetti una necesità, se i piani di riarmo europei veranno
realizzati.
In Italia c’è più prudenza. La Lega si limita a proporre una leva
ausiliaria di 10 mila soldati, ma di soldati di mestiere in congedo.
Non sarà facile, non solo in Germania. L’Europa ha dimenticato la guerra
e i suoi connessi, non sarà facile tornare indietro.
Dove si combatte in Europa, tra Russia e Ucraina, le defezioni sono il numero
maggiore. L’anno scorso l’Ucraina ha dovuto ridurre i piani di mobilitazione per
mancanza di coscritti. Al “Financial Times” in agosto il presidente della Commissione
parlamentare Affari Economici, Dmitro Natalukha, zelenskyano, affermava che 800
mila giovani erano entrati in clandestinità per evitare l’arruolamento, cambiando
indirizzo, lavorando in nero – i Centri di Reclutamento Territoriali si basano
sulle persone al lavoro, presenti fisicamente in azienda (contemporaneamente
molte attività sono cessate per mancanza di manodopera).
Un altro dato di Kiev, emerso sempre in Parlamento, riguarda il grande numero di disertori: in 200 mila hanno disertato nei tre anni di guerra, di cui la
metà nel solo 2024.
Della Russia si sa meno. Ma le diserzioni sono “molte migliaia”. E la
renitenza di massa. Nel settembre del 2002, quando l’Operazione Speciale di
Putin si è trasformata in una guerra di trincee e furono chiamati alle armi
tutti i giovani in età, “oltre 600 mila” si sono sottratti passando in Paesi
vicini.
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