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giovedì 19 giugno 2025

Ma col riarmo ci vuole la leva

Boris Pistorius, il ministro della Difesa, ne parla già da un paio d’anni, il cancelliere Merz ora la prospetta pure lui: la leva militare. È una proposta, quindi, cristiano-democratica, Merz e Pistorius sono Cdu, contro cui sono schierate tutte le sinistre e i Verdi. Ma la reintroduzione della leva militare è in effetti una necesità, se i piani di riarmo europei veranno realizzati.
In Italia c’è più prudenza. La Lega si limita a proporre una leva ausiliaria di 10 mila soldati, ma di soldati di mestiere in congedo.
Non sarà facile, non solo in Germania. L’Europa ha dimenticato la guerra e i suoi connessi, non sarà facile tornare indietro.
Dove si combatte in Europa, tra Russia e Ucraina, le defezioni sono il numero maggiore. L’anno scorso l’Ucraina ha dovuto ridurre i piani di mobilitazione per mancanza di coscritti. Al “Financial Times” in agosto il presidente della Commissione parlamentare Affari Economici, Dmitro Natalukha, zelenskyano, affermava che 800 mila giovani erano entrati in clandestinità per evitare l’arruolamento, cambiando indirizzo, lavorando in nero – i Centri di Reclutamento Territoriali si basano sulle persone al lavoro, presenti fisicamente in azienda (contemporaneamente molte attività sono cessate per mancanza di manodopera).
Un altro dato di Kiev, emerso sempre in Parlamento, riguarda il grande numero di disertori: in 200 mila hanno disertato nei tre anni di guerra, di cui la metà nel solo 2024.
Della Russia si sa meno. Ma le diserzioni sono “molte migliaia”. E la renitenza di massa. Nel settembre del 2002, quando l’Operazione Speciale di Putin si è trasformata in una guerra di trincee e furono chiamati alle armi tutti i giovani in età, “oltre 600 mila” si sono sottratti passando in Paesi vicini.

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