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Più svalutazione meno dazi
Col dollaro a 0,86851 sull’euro – ieri, in trend calante – si può
dire la missione quasi compiuta per Trump, il cui scopo è di bilanciare monetariamente,
prima e più che con i dazi, i rapporti commerciali con la Ue. Un mese fa il dollaro
era a 0,89. Sei mesi fa a 0,975, quasi la parità.
Oggi – ieri – un euro valeva 1,151 dollari. Oscilla - un mese fa era a 1,16.
Ma sei mesi fa era quasi alla parità, 1,04.
È per questo che la partita di Trump sui dazi ha perso ultimamente mordente.
Qualche dazio ci potrebbe essere, ma di piccola misura – forse solo per la facciata,
per celare la vera portata dell’offensiva pseudo-commerciale. Che è monetaria –
è anche per questo che Trump tuona periodicamente contro la Federal Reserve,
perché tiene altissimi, spropositatamente alti rispetto all’inflazione, i tassi
sul dollaro.
Con la Cina il negoziato è più complesso, perché la Cina ha molti modi di
manipolare il cambio. Ma non se la passa bene, e ha più dell’Europa interesse a
tenersi aperto il mercato americano.
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