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Buridano l'indeciso finisce per farsela addosso
Il titolo preciso
è wertmülleriano, “Lo sposo indeciso che non poteva o forse non voleva uscire
dal bagno”. Il tratto anche. E la resa. Un grottesco con tantissimi attori di
nome e di mestiere che si prestano a fare da caratteristi, accanto agli infelici
protagonisti, Gianmarco Tognazzi, il promesso, “professor Buridano”, professore
di Filosofia, e la sgallettata promessa, ragazza delle pulizie all’università,
Ilenia Pastorelli - una delle sue interpretazioni più riuscite: Ornella Muti,
Gerini, Pannofino, Colangeli, Jozef Gjura, e tantissimi altri. Però non ha
funzionato, non al botteghino e neanche con i critici.
Ha ritmo. E anche
inventiva. Ma va a un ritmo forsennato nella prima metà, e si fa ripetitivo nella
seconda. E il perché è forse nel nome del protagonista, Buridano, come quello del
famoso paradosso.
Il professor Buridano
ha trovato la felicità, dopo un matrimonio tremendo, con la ragazza delle polizia
all’università, borgatara, sempliciotta. Che lo ha innamorato, ringiovanito, ringalluzzito,
etc. Se non che il giorno del matrimonio è colpito d a una pollachiuria ininterrotta
– ininterrompibile. Perché? I migliori luminari non lo sanno. Il perché è nel
nome: il professore, come l’asino che porta il suo nome, non sa in realtà decidere
fra due situazioni, entrambe attraenti: la carriera
all’università o l’amore. Lo spettatore non è tenuto a saperlo, ma forse il finale
filosofico si poteva evitare – il grottesco, dopo tutto, deve sciogliersi, deve
risolversi. Restano le interpretazioni, che meritano i novanta minuti.
Giorgio Amato, Lo
sposo indeciso, Rai 1, Raiplay
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