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Svanita la Mezzaluna sciita
Quale che sia l’esito della guerra Israele-Iran, un effetto è già acquisito:
la Mezzaluna sciita, a guida iraniana, che il khomeinismo ha fomentato fin
dagli inizi, mettendosi alla testa del movimento anti-sionista e per la “rigenerazione”
dell’islam, per la “purezza” della fede, jihadismo compreso, è svanita. Quasi mezzo secolo di sovversione, complice anche il secolare senso di superiorità sui vicini di ogni bordo, mai smesso dal passato imperiale.
La proiezione
regionale dell’Iran sotto le bandiere sciite, in Afghanistan, Pakistan, Arabia
Saudita, Bahrein, Iraq è fallita da tempo. In Siria e in Libano, con gli arcipotenti
Hezbollah, è finita nella prima fase della guerra scatenata da Hamas. Resta in
Yemen, ma pallida: gli Houthi filo-iraniani sono singolarmente muti e inattivi dacché
Israele ha colpito in Iran.
Il Crescente sciita svanisce senza rimpianti. Dappertutto dove si è proiettato
lo sciismo iraniano ha portato rovina. Con Hezbollah, a lungo strapotente in
Libano, fino a ridurlo in (quasi) miseria, e ora improvvisamente scomparso, Israele
ha fatto la prova generale della guerra all’Iran: quadri dirigenti decimati, in
gruppo e singolarmente, basi missilistiche bombardate – senza difesa antiaerea.
I capi sopravvissuti sono scomparsi, i villaggi sciiti, già militanti, svuotati.
Singolare l’attacco all’Iraq: gli sciiti
iracheni si sono messi prima con Saddam Hussein, e poi sotto il “né America né
Iran”. Anche a Bahrein sembrava facile: popolazione sciita, monarchia sunnita.
Ma la monarchia è stata più abile. Perfino in Arabia Saudita gli ayatollah
hanno tentato il colpo. Nelle aree del petrolio, a Sud-Est, molte zone sono a maggioranza
sciite, facili anche da manovrare dai mullah – ma ogni passaggio, monitorato
dalle spie saudite, è fallito. Non era andata meglio con gli Hazara dell’Afghanistan.
E con i Turi del Pakistan.
Singolare è che la proiezione iraniana non
ha creato mai nulla di positivo, solo guerre civili (terrorismo) e macerie, dovunque
si è propagata. Malgrado la classe dirigente del Paese sia di antica e sempre
rinnovata saggezza, diplomatica e politica. Segno che gli ayatollah, che pure
facevano parte di questa larga élite dotta e saggia del Paese, hanno
tralignato col khomeinismo. Non lo sciismo delle lamentazioni ma un furor
religioso, che ha provato a fare della religione un’arma.
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