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giovedì 19 giugno 2025

Svanita la Mezzaluna sciita

Quale che sia l’esito della guerra Israele-Iran, un effetto è già acquisito: la Mezzaluna sciita, a guida iraniana, che il khomeinismo ha fomentato fin dagli inizi, mettendosi alla testa del movimento anti-sionista e per la “rigenerazione” dell’islam, per la “purezza” della fede, jihadismo compreso, è svanita. Quasi mezzo secolo di sovversione, complice anche il secolare senso di superiorità sui vicini di ogni bordo, mai smesso dal passato imperiale.

La proiezione regionale dell’Iran sotto le bandiere sciite, in Afghanistan, Pakistan, Arabia Saudita, Bahrein, Iraq è fallita da tempo. In Siria e in Libano, con gli arcipotenti Hezbollah, è finita nella prima fase della guerra scatenata da Hamas. Resta in Yemen, ma pallida: gli Houthi filo-iraniani sono singolarmente muti e inattivi dacché Israele ha colpito in Iran.
Il Crescente sciita svanisce senza rimpianti. Dappertutto dove si è proiettato lo sciismo iraniano ha portato rovina. Con Hezbollah, a lungo strapotente in Libano, fino a ridurlo in (quasi) miseria, e ora improvvisamente scomparso, Israele ha fatto la prova generale della guerra all’Iran: quadri dirigenti decimati, in gruppo e singolarmente, basi missilistiche bombardate – senza difesa antiaerea. I capi sopravvissuti sono scomparsi, i villaggi sciiti, già militanti, svuotati.
Singolare l’attacco all’Iraq: gli sciiti iracheni si sono messi prima con Saddam Hussein, e poi sotto il “né America né Iran”. Anche a Bahrein sembrava facile: popolazione sciita, monarchia sunnita. Ma la monarchia è stata più abile. Perfino in Arabia Saudita gli ayatollah hanno tentato il colpo. Nelle aree del petrolio, a Sud-Est, molte zone sono a maggioranza sciite, facili anche da manovrare dai mullah – ma ogni passaggio, monitorato dalle spie saudite, è fallito. Non era andata meglio con gli Hazara dell’Afghanistan. E con i Turi del Pakistan.
Singolare è che la proiezione iraniana non ha creato mai nulla di positivo, solo guerre civili (terrorismo) e macerie, dovunque si è propagata. Malgrado la classe dirigente del Paese sia di antica e sempre rinnovata saggezza, diplomatica e politica. Segno che gli ayatollah, che pure facevano parte di questa larga élite dotta e saggia del Paese, hanno tralignato col khomeinismo. Non lo sciismo delle lamentazioni ma un furor religioso, che ha provato a fare della religione un’arma.

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