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giovedì 30 ottobre 2008

Il referendum contro il grembiulino

Gelmini non aveva fatto in tempo a evocarlo, nelle interviste agostane, che il grembiulino faceva mostra di sé in tutte le vetrine d’Italia, in infinite fogge, in molteplici colori, in misure per tutti, anche per le maestre grasse. Se ne potrebbe inferire un complotto, l’ennesimo, fra la Gelmini, i grembiulai e i negozianti, contro la società civile. Con corredo di mamme comprate, quelle del grembiulino. Se non del famoso Gelli… Oppure un colpo di genio, un ultimo - l‘ultimo? - di questa Italia depressa e decaduta, specie degli efficientissimi artigiani napoletani che “Gomorra“ dice camorra, che in pochi giorni sono stati in grado non solo di fabbricare milioni di grembiulini, ma anche di farli trovare in tutta Italia. Quando un pacco raccomandato espresso con le Poste ci impiega almeno dieci giorni solo per andare da Roma a Ostia. Senza contare quindi la confezione, e la lunga attesa per la spedizione.
Ora, per questo il referendum di Veltroni contro il grembiulino appare ai più malinconico. Perché censura, col suggello della società civile e delle mamme, quelle contro il grembiulino, questo - ultimo? - sprazzo di creatività italiana e napoletana. Di cui insomma dobbiamo vergognarci. Se non, quasi quasi, andare a votare contro. Cioè per il grembiulino. E a questo punto anche per il voto in condotta, che tanto dispiace alle mamme trepide.
Certo, we can. Ma che ne direbbe Obama? Non avrebbe fatto meglio Veltroni a mandarci al referendum contro i tagli alla scuola? O i tagli all‘università? O anche solo contro i tagli alla ricerca? Qui tra l‘altro era anche semplice: bastava dire “votate no all‘emendamento Brunetta“. O lui è contro il grembiule, e il voto in condotta, e a favore dell’emendamento?
P.S.- Il referendum non è consentito sule leggi di bilancio. Ma sulla sopravvivenza dell‘università sì.

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