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venerdì 31 luglio 2009

Mani Pulite e batoste nell'antica Roma

Anche i Romani prendevano batoste, ma all’epoca la cosa non si pubblicizzava, i nemici degli sconfitti più spesso trovavano utile non avvantaggiarsi. Per il resto quell’anno 186 a.C., in cui il grosso dell’esercito romano fu ridotto male dai Liguri-Apuani nella gola appenninica detta Saltus Marcius, dal nome del console sconfitto Quinto Marcio Filippo, sembra oggi, la storia è immutabile. Il tranello riuscì in un anno funestato dai presagi, che consigliarono ai consoli di trascurare la "pacificazione" dell'Iberia per curare la politica interna: a Roma e dintorni cadevano pietre dal cielo e fuoco che si attaccava alle vesti, un ermafrodito di manifestò in Umbria, evento molto infausto, e una prostituta, Ispala Fescennia, si prestò a una comoda quasi guerra civile contro gli Emili-Scipioni, famiglia prominente colta e innovatrice.
Invece della guerra, Roma fece lo scandalo dei Baccanali: come per Ispala, dichiarata “pentita”, furono istituiti premi in denaro per altri pentiti denuncianti, che consentirono migliaia di arresti, metà dei quali assortiti da pena di morte, a meno di pentimento seguito da delazione, la quale comportava la remissione della pena e, a sua volta, premi in denaro, insomma Mani Pulite, Marcio era Borrelli, Roma sembrava Milano. Una vicenda famosa, che Tito Livio, a differenza dell’imboscata al Saltus Marcius, narra per esteso, al libro XXXIX, capp. 8-19. I Romani perdettero nella gola tra i sette e i novemila uomini. Il Marcio-Borrelli disperse successivamente l’esercito: la cosa si faceva dopo una vittoria, in territorio “pacificato”, il console lo fece per non consentire la conta dei morti.
Esemplare libro di storia locale, con una documentazione formidabile, e un uso anche accorto delle fonti. E tuttavia la storia locale non si libera dai noti limiti del genere. Tutti legati allo autodidattismo, con tanto entusiasmo e poca disciplina, al rovescio della storia ufficiale, disappetente. Con l’assurdo, quindi, ripetuto parallelo tra i Liguri e Apuani e i Dakota, i Cheyenne, eccetera, con tanto di Cavallo Pazzo e Toro Seduto. Non la sola caduta.
Lorenzo Marcuccetti, Saltus Marcius. La sconfitta di Roma contro la nazione Ligure-Apuana, petrartedizioni, pp.309, €25

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