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domenica 30 agosto 2009

"Repubblica" e "Corriere" affondano l'Inpgi

Centoventinque prepensionamenti di cinquantottenni mettono in crisi l’Inpgi, la previdenza dei giornalisti, ottantacinque di “Repubblica” e quaranta del “Corriere della sera”, i maggiori e più ricchi giornali italiani. Si è dibattuto molto in consiglio d’amministrazione su questa ondata di prepensionamenti, che affossa per un lungo periodo, e probabilmente per sempre, la gestione dell’Istituto, ma alla fine ha prevalso l’orientamento politico: l’Istituto è gestito da una maggioranza di centro-sinistra, per il quale le due editrici sono schierate.
Ora, la paura si sposta sulla Rai: l’emittente pubblica ha in carico 1.700 giornalisti, e potrebbe dover ricorrere anch’essa presto a un alleggerimento. Se non quest’anno, per il bilancio 2010. La Rai è stata finora il polmone di finanziamento dell’Inpgi, i suoi sono poco meno di un terzo di tutti i contributi per posti di lavoro a tempo indeterminato.
Ogni anno di prepensionamento ai minimi di età, 58 anni, quindi per sette anni, ai maggiori livelli retributivi, qual è il caso di “Corriere” e “Repubblica”, si calcola che costi alle casse dell’Inpgi mediamente mezzo milione di euro. Il paradosso è che Berlusconi, il nemico del cda Inpgi, che impiega nei suoi giornali e le sue televisioni poco meno di mille giornalisti, non ne ha mai scaricato uno sull’Inpgi.

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