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venerdì 18 marzo 2011

La rivincita di Suez

Un presidente francese debole e un primo ministro britannico furbo. Manca il generale israeliano, ma per il resto si ripete contro Gheddafi l’operazione che Francia e Gran Bretagna lanciarono contro Nasser nel 1956. Non c’è neanche Eisenhower, è vero. Che approfittò dell’occasione per evincere le due potente combattenti dal Medio Oriente. Dunque si può parlare di rivincita: Sarkozy e Cameron avranno ragione di Gheddafi, sia pure a costo di molti morti in Libia.
Ma, anche per questo, l’effetto sarà lo stesso che nel 1956: non ci sarà più molta Francia né Gran Bretagna nel Nord Africa e in Medio oriente. Non subito, anzi subito un po’ d’armi francesi e britanniche verranno comprate dai sauditi e dagli Emirati. Ma i morti non si dimenticano, soprattutto per mano di uno straniero che non c’entra per nessun motivo, il nazionalismo si consolida nel lutto. Il primo segno si avrà nella caccia a Gheddafi: nessuno dei paesi arabi che hanno chiesto l’intervento della Nato interverrà in Libia.
Non ci sono in realtà parallelismi possibili, a parte i segreti conversari che hanno preceduto l’operazione. C’è anzi un rafforzamento della leadership Usa che si affermò nel Mediterraneo in conseguenza di Suez: la Francia si accoda agli stessi Usa, come già subito aveva fatto la Gran Bretagna, abbandonando mezzo secolo di autonomia.

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