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martedì 12 aprile 2011

Le intercettazioni, letteratura del millennio

Si possono dire le intercettazioni il genere letterario per eccellenza del millennio. La letteratura è fatta in Italia dal giornalismo, e il giornalismo è fatto dalle intercettazioni. Le quali non sono teatro ma letteratura: si presentano infatti trascritte. Le trascrizioni sono opera di questurini. È la letteratura italiana del millennio opera di questurini? Purtroppo sì, e non per la proprietà transitiva.
Presentate infatti dai giornalisti (c’è una categoria di giornalisti addestrati a imbellettarle, i cronisti giudiziari), appaiono rivelatrici di verità nascoste. Ma lette in originale mostrano tutta la debolezza della letteratura che su di esse si è venuta costruendo in questi anni. I due volumi pubblicati cinque anni fa dall’“Espresso” sullo scandalo delle partite comprate sono illeggibili. Se non come una auto presa in giro del redattore, un colonnello dei carabinieri. Il volume di intercettazioni sullo sfruttamento della prostituzione di Berlusconi, messo su Internet, è invece noioso. Forse perché intercetta donne di piccola virtù. Sarà difficile che i romanzi del prossimo decennio decollino su questa materia grigia.
Nel volume su Berlusconi una cosa interessante ci sarebbe. È al foglio 10 – quello che si farà forte, dopo due mesi, del “Seguito annotazione della Volante Monforte Bis IV Turno, a firma Ass.PS Landolfi Marco e Ag.Sc.Ferrazzano Luigi datata 28/07/2010. Due mesi prima, il 27\5\2010, alle ore 18,02, Pasquino Caterina chiama il 113 per denunciare Ruby di furto. La telefonata dura quattro pagine. Alle 18,15 Ruby è già fermata. Cioè: è finita la telefonata di denuncia. Una volante è partita. La Volante ha chiamato Pasquino Caterina per farsi dire dove può trovare Ruby. L’ha trovata e l’ha fermata. Provare per credere.
Ma qui siamo già nella brutta letteratura. Uno svolgimento romanzesco dovrebbe infatti prevedere che la questura di Milano sia sollecita con le puttane. Oppure che la Polizia Giudiziaria s'inventi le trascrizioni. E in questo caso su indicazione e a uso di chi? Del questore? Dei Procuratori della Repubblica? Oppure che Ruby sia una confidente - non è la prima volta che si fa fermare casualmente dalla polizia. Ma della Procura di Milano? O di Berlusconi, per i suoi comizi legali? Non c’è il morto, in queste trame, ed è un bene. Ma non c’è la certezza che ogni storia esige, neanche in forma di certezza dell'incertezza - che del resto per le questure e le Procure sarebbe impropria.

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