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domenica 28 agosto 2011

Ombre - 100

Protesta l’“Avvenire”: la chiesa paga le tasse, dice il contrario il partito dei massoni e radicali, quello di chi non paga le tasse. Ma quanti sono i massoni e i radicali?

“Colpi micidiali” dice “Famiglia Cristiana” le manovre del governo a luglio e agosto: “Un serial killer non avrebbe potuto fare meglio”. Mentre il cardinale Bagnasco con monsignor Crociata vanno a Madrid per dire che gli italiani devono pagare le tasse. E la chiesa, perché non le paga?
Non le parrocchie, che si meriterebbero magari di non pagare nessuna tassa, tanto è utile il lavoro che fanno. No, la chiesa tutta: il vicariato di Roma per esempio, o l’arcivescovado di Milano, così ricchi d’immobili e terreni esentasse, con libertà di fabbricazione. Davvero la patrimoniale non spaventa Bagnasco, il più grande immobiliarista d’Italia, e forse del mondo?
Per non dire del terzo settore, alla cui ricchissima ombra – tale da oscurare le superpagate energie alternative – prospera tanto sottogoverno.

La casta per eccellenza, fascista perfino nelle apparenze, è in Italia la giustizia, come tutti sanno. Ma non per la Rcs: nel suo ampio catalogo delle caste manca proprio la giustizia. Né per i suoi moralizzatori principi, Rizzo e Stella, che sul “Corriere della sera” con cura la evitano. Per rimediare, a fronte della concorrenza, de Bortoli ricorre a Gabanelli e Iovene, i responsabili di “Report”: doppi incarichi, con doppie retribuzioni, pubbliche, abnormi, spesso autogestite, doppie carriere, anche in absentia, conflitti d’interesse da paura, da controllori\controllati.
Dopodichè, dopo avere tanto osato, lo stesso de Bortoli fa le pulci alla Rai, nella stessa pagina, che (non) ha censurato “Report”.

Non vige più, ma solo da qualche anno, lo stupefacente principio del “galleggiamento”, spesso accoppiato all’ancora più stravagante “trascinamento”, di cui G. Leuzzi dava vent’anni fa alcuni incredibili esempi in “Fuori l’Italia dal Sud”. Per il galleggiamento tutti i pari grado beneficiavano degli avanzamenti di un singolo giudice. Per il trascinamento, quando la carriera di un giudice era ritardata (per malattia, incapacità, reato), tutti i giudici più giovani del suo grado avevano diritto alla sua retribuzione. Un paio di giudici condannati per pedofilia una quarantina d’anni fa, e poi reintegrati per derubricazione del reato e\o amnistia, comportarono un riallineamento retributivo (galleggiamento) di migliaia di magistrati, che, più giovani, maturarono il diritto al retribuzione dei due ex condannati seniori.

Ci volle la prima grande crisi dello Sme-euro, nel 1992, per imporre la cancellazione del privilegio. Nel frattempo esteso ai morti, col “galleggiamento sul morto”, uno che fosse transitato nei ruoli prima della scomparsa, e “a catena” - il “galleggiamento successivo e reciproco”, per cui si “galleggiava” su un collega, che aveva a sua volta “galleggiato” su un altro, e così via. E appena cinque anni prima, nel 1987, esteso ai comandi militari. Allertando tutta la Funzione Pubblica, mai così vispa e rapida.

Cinque pali e cinque gol, di cui uno dopo una trentina di passaggi. Sembrava una partita estiva d’allenamento, ma era Barcellona-Napoli, che molti in tv hanno potuto vedere. I giornali no, non l’hanno detto. Troppo umiliante per i giornalisti sportivi? Il loro calcio, il calcio italiano, è di chiacchiere.

Nell’interminabile psicosociologia del senso comune che viene svolgendo ogni lunedì ormai da una ventina d’anni sul “Corriere della sera” (il senso comune sfugge da tutte le parti), Francesco Alberoni tocca lunedì l’ingratitudine. Ricorda il Satana di Milton che si ribella a Dio per il fardello insopportabile della riconoscenza, menziona l’invidia, critica l’eccesso di generosità nel dono. Gli manca una categoria: la gratitudine\ingratitudine a intermittenza. Molto diffusa nel giornalismo, un settore ad elevata mobilità. Capita di essere salutati effusivamente da molti in certi periodi, ed evitati in altri: dipende dalla posizione che si ha.

“Lasciare l’abnorme fardello del debito pubblico sulle spalle dei giovani è una vera colpa storica e morale”, dice a Comunione e Liberazione Napolitano. Strabiliante. E poi?
Dopo il Monaco Scalfaro, di sacro fuoco acceso, il quaresimalista Napolitano: quanto male il compromesso storico ha fatto alla Repubblica?

Il “Corriere della sera” offre lunedì lo spazio a Giuliano Pisapia di celebrarsi, malgrado i tanti aumenti di tariffe e di tasse. Pisapia ricambia scusandosi: “Sui poteri forti mi sono espresso male”. Non sono forti, vuole dire: il “Corriere della sera” fa tanta paura?

“Anzianità, vanno al Nord quasi due pensioni su tre”, calcola “Il Messaggero”. Ma non si può rimproverarne lo statista Bossi: lui almeno lo sapeva. Sono i giornali che non lo dicono.

Gli Indignados spagnoli sono indignati per il costo delle Giornate mondiali della gioventù di papa Ratzinger. Il governo replica: non sono costate nulla, anzi lo Stato ci guadagna cento milioni. Probabilmente non è vera né l’una né l’altra cosa, c’è solo da indignarsi.

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