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venerdì 9 marzo 2012

L’America è morta di Soldati

Curioso libro. Curioso che si continui a dirlo vivo mentre è ben morto. È l’Ur-libro dei luoghi comuni sull’America? Ma un capitolo come “Cinematografo” è disfattista, talmente è ridicolo. È l’antesignano – la chiave? – di Arbasino, il Grande Autore Padano. Della mistura reportage-invenzione, del faticoso impersonale (“si”), del comparatismo, della gaytudine.
Soldati lo disse “forse il mio libro più bello”, forse, per l’ineliminabile ironia (understatement)? Arbasino è più colto, se non più intelligente – ma è miglior narratore? E fa il contrario: Soldati elogia la piccola borghesia italica (“Cinematografo”) e dilania quella americana (“Italo-Americani”).
Mario Soldati, America primo amore

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