Cerca nel blog

domenica 4 agosto 2013

Ombre - 185

Napolitano s’impegna per la riforma della Costituzione, Rodotà definisce la riforma “una follia politica”, e anzi “un colpo di mano estivo”, bloccato “per merito di 5 Stelle e Sel”. Dunque, eravamo veramente alla guerra civile? Per mano del Quirinale poi.
Poi dice che Berlusconi vince le elezioni. Con questi oppositori non c’è che da mandarlo ar gabbio.

“Pronto a tutto” si dice il segretario del Pd Epifani, ex segretario della Cgil. “Anche a non accettare provocazioni”. È rimasto indietro?

L’agenzia di stampa dei vescovi, informa “Repubblica” sollecita, mobilita i credenti contro Berlusconi: bisogna “attrezzarsi a battere Berlusconi”. In questo caso non c’è ingerenza, “W il vescovo”. Sapore d’infanzia.

Dunque la colpa del fallimento del Monte dei Paschi è dei berlusconiani, Gianni Letta e Verdini, e degli ex comunisti del Pd, D’Alema e Veltroni. È la verità di Gabriello Mancini, di cui si tace che è il democristiano del Pd nella lottizzazione Mps. Ed è la verità della Procura senese.
Lo scandalo configurava – configura – la nuova politica, con i nuovi-vecchi Dc all’assalto. Si basa anche su un esposto anonimo, da manuale.

Berlusconi è una decisione presa prima. È evidente: urgenza, sezione feriale (solo i poveri cristi lavorano col caldo nei tribunali), giudici annoiati, per quattro arringhe di tre ore l’una, che nessuno ascolta, sentenza scritta dall’accusa, pronta e provata per l’ora del tg.
Facciamo finta di niente perché il condannato è Berlusconi. Ma la condanna è mirata a sciogliere il Parlamento, per evitare i referendum sulla giustizia.

C’erano una quindicina di persone lunedì – tredici per l’esattezza – davanti al palazzo della Cassazione a piazza Cavour, nessuna di loro con aria innocente, a inalberare cartelli per la condanna di Berlusconi. Per non molti minuti – faceva molto caldo. Il tempo della foto, giusto per consentire a “Repubblica” “Corriere della sera” e “Messaggero” di immortalarla. Sotto il titolo: “Il popolo viola”.
Una parola nobile, il popolo. Berlusconi la usa meglio – la propaganda bisogna saperla fare.

“Un’aura di leggenda con mille ospiti in abito da sera. Gruppi elettrogeni per illuminare i boschi e le colline. Fontane luminose danzanti secondo musiche di Haendel. Padiglioni e discoteche per anziani e per giovani. Cubiste rigonfie sotto bolle  giganti”. Una festa di Berlusconi? No, manca Zappadu. È una “cara memoria” di Arbasino, sul “Corriere della sera”, del debutto di una signorina che non nomina, in Maremma, a margine del festival di Spoleto, una cinquantina d’anni fa.

La Procura di Palermo smentita da Riina, un mafioso. Presa in castagna come imbrogliona – Riina che si confida con le guardie carcerarie…. Sullo Stato-mafia, in cui la Procura accusa lo Stato e non la mafia. Sembra di sognare.

L’avvocato Flick, un gentiluomo, smentisce Di Pietro che volteggia sul cadavere di Raul Gardini. L’avvocato, poi ministro della Giustizia con Prodi, non apprezzava i giudici di Mani Pulite, ci aveva fatto sopra il calembour: “Mani Pulite, tasche piene” – degli avvocati. Ma neanche lui, come Prodi e tutto il “Centro”, ha osato opporsi. Dire per esempio la verità.

Nessun commento: