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domenica 6 marzo 2016

Yourcenar libertina, di corpo e di spirito

Un vita di amori. Di ogni età e tipo, di coetanei, anziani, giovanetti, uomini, gay, donne, fino ai cinquant’anni. Poi in coniugio con Grace Frick, non bella e con tutti i suoi trent’anni, a Petite Plaisance nel Maine dopo una prova di convivenza a Capri. Grace accudirà in una lunga agonia, ma non senza nuove infatuazioni per accompagnatori giovani, etero e gay. E una distinta passione per la legge e l’ordine, se non per il fascismo – che non l’ascrive alla destra solo perché qualcosa riscrisse, e molto cancellò e abiurò.
La vieille dame accademica, la prima donna nell’augusto consesso, era una libertina. In senso proprio, amoroso cioè e politico. Ma personale, avendo anche connaturata una distinta propensione per l’ordine costituito, in ogni epoca.
È per questo che la sua vita non si riscrive? E neppure si riesamina l’opera? Joysane Savigneau, che ci ha provato nel 1990 e Oreste Del Buono volle tradurre, ci ha trovato tante di quelle evidenze, pur facendo uno scavo superficiale, che non si potrebbe più non tenerne conto anche in sede critica. Soprattutto per una scrittrice che, a parte le memorie familiari, ha narrazioni tutte molto politiche..
Josyane Savigneau, Marguerite Yourcenar

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