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mercoledì 9 marzo 2016

Ombre - 307

Il colonnello comandante delle forze libiche a Sabratha non rende le salme di Failla e Piano se non dopo il riscatto, in dollari e armi. Il gentiluomo ha anche diritto a un’intervista sul “Corriere della sera”, da parte dell’ottimo (ingenuo? collaboratore?) Lorenzo Cremonesi. Si fa presto a dire: “Liberiamoli”, liberiamo i libici. 

Da chi? I quattro tecnici italiani rapiti in Libia erano in mano a una famiglia, con moglie e bambino, vicino a Sabratha e a un campo dell’Eni. Ai quali costavano caro, anche se gli davano poco da mangiare. Lo sono stati per mesi. Li cercavano veramente?

E questo ubiquo stato islamico, non sarà una favola? La Turchia chiede alla Ue sei miliardi, per avere i tre promessi da Angela Merkel. Altrimenti…  Da un lato è affascinante, l’intramontabilità del vecchio Levante. Dall’altro è curioso: la Merkel non è poi così brillante? Davutoglu entra ed esce a Bruxelles col sorriso, e non è rictus.

Giovedì l’ambasciatore americano  dà un’intervista al “Corriere della sera”, al solito guardinga, con le solite cose. Per ribadire che gli Usa vogliono in Libia anche l’Italia, ma senza fretta, dopo che ci sarà un governo libico, etc., senza forzature. Il giornale titola
 “All’Italia la guida in Libia. Ci aspettiamo 5 mila uomini”, e fa il dibattito politico per tutti questi giorni. Solo ieri l’ambasciatore precisa che non ha chiesto l’armiamoci e partite. Cioè, aveva ragione il giornale? 

La Procura di Roma intransigente, che intende dare l’aggravante della premeditazione ai due assassini di un loro coetaneo, “per vedere l’effetto che fa”, pubblica tutto della deposizione di uno dei due. In maniera che l’altro sappia come imbrogliare le carte già al primo interrogatorio. Non può essere insipienza.

Il padre di uno dei sue assassini va a “Porta a Porta” a spiegare che non se lo sa spiegare, che suo figlio è buono. Col cadavere ancora caldo, di un assassinio spregevole, va in televisione: viene portato con la macchina di servizio, va al trucco, aspetta composto nei tempi morti, mentre si ripassa il discorsetto. Un’altra umanità?

Col cadavere del delitto gratuito, con torture e mutilazioni, ancora caldo, Bruno Vespa ritiene giusto e anzi meritorio far esibire alla sua trasmissione il padre di uno dei due assassini. Si può dire che è un’altra umanità. Ma è un’informazione disgustosa come il delitto.

Bastano 350 richieste d’asilo, in un anno, per far vincere le elezioni in Slovacchia. Alla destra, e all’estrema destra filonazista.  Ah, quell’allargamento prodiano dell’Unione Europea: errore colossale, per gli stesi vecchi rottami socialista ammessi. Siamo tutti europei, poich stiamo in Europa, ma con juicio.

Il cancelliere austriaco Faymann si salva il posto riducendo a 80 per richieste di asilo valutabili ogni giorno. È un socialista, ma si guada le spalle: si vede che l’estrema destra è forte anche in Austria. Dovremo erigere un muro anche contro l’Austria?

Il cancelliere socialista austriaco è anche il primo che ha innalzato un muro. Non il primo il secondo, dopo l’ungherese Orban: il fascismo è invasivo.

Faymann aveva molto criticato Orban. Anzi, perfino la Grecia, perché non era abbastanza umana con gli immigrati – 136 mila arrivi in due mesi, altro che 80.

Orgasmi in tv per la moviola in campo. Proprio dove si dovrebbe sapere che la moviola è labile e variabile, e anche traditora. Molto più dell’occhio umano. Basta un operatore abile o un regista non incapace  per variarne illuminazione, ombre, taglio, velocità, etc. Confondendo per di più la moviola con la misura della palla, se ha oltrepassato la linea di porta, tutt’altro strumento.
Ma non è incapacità: nel fondo è il desiderio di complicarla ancora di più. Che lo sport sia dibattito, niente atletismo.

Arnaldo Plateroti è ricordato dai familiari come “un giornalista e intellettuale socialista”. L’aggettivo è talmente raro che è ottimo titolo d’onore, in effetti.

Il debito italiano è solido, “garantito” dal risparmio privato (Marco Fortis). Il debito italiano è il peggiore d’Europa e si merita lo spread alto (Luigi Guiso). Non  un esercizio in equilibrismo, è l’informazione del “Il Sole 24 Ore” domenica. Cioè:  arrangiatevi.

Giusepe Gennari dichiara nulla una serie di intercettazioni disposte dalla procura di Milano con l’ausilio dell’Agenzia delle Entrate, perché l’Agenzia non è e non può essere organo di polizia giudiziaria. Oppure semplicemente abusive, disposte senza autorizzazione del giudice. Non solo: la Procura, dice ancora Gennari, “ha proseguito nell’intercettazione illegittima, e poi ha chiesto la proroga dell’intercettazione mai autorizzata”. A quando l’arresto di questo giudice? Per concorso in qualcosa – a qualcosa concorrerà pure.

O è da leggere così: siete dei malfattori ma vi perdono? Il giudice Gennari infatti non ha rinviato a giudizio per tante illegalità nessuno della Procura.

Scalfari elogia Renzi e Verdini domenica l’altra: “Non c’è scandalo”, dice, e perché non ci dovrebbe essere? Renzi lo ha fatto “così come la Dc di Aldo Moro si alleò con i socialisti di Pietro Nenni e alcuni anni dopo addirittura con il Pci di Berlinguer”. Bella storia.

O bisogna dire Scalfari come Verdini, se Renzi è Moro? All’epoca Scalfari era socialista di Pietro Nenni, perfino parlamentare.

Un Procuratore Capo di Palmyra, in Siria, dice a “Panorama” che la città è stata consegnata da Assad all’Is, in cambio delal protezione dello stesso Is, lo stato islamico, agli oleodotti.  E l’Is lealmente si è tenuto ai patti. Tutto si può dire in Medio Oriente.

un’altra umanità. Ma è un’informazione disgustosa come il delitto.

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