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mercoledì 13 luglio 2016

L’ultima trincea di Mediobanca

L’affare Rcs, finanziariamente poca cosa, è per Mediobanca uno snodo decisivo. Per la sopravvivenza della piccola grande banca d’affari, o per un suo ridimensionamento. Lo scarso seguito ottenuto finora dalla sua controffensiva sul “Corriere della sera” è un indice di debolezza. Ma di più pesa, sebbene incerto, lo schieramento dei suoi protetti\protettori tradizionali. I francesi di Bolloré non hanno dato una mano. I gruppi italiani non sembrano entusiasti, sebbene schierati.
Unipolsai non ha interesse alla Rcs: tiene la posizione che ha ereditato dall’acquisizione dell’ex gruppo di Ligresti, in attesa di monetizzarla. Pirelli della nuova proprietà cinese, senza più Tronchetti Provera, sta al gioco molto passivamente – e l’ex patron, con la sua ricchissima liquidissima Camfin, si tiene cospicuamente in disparte. Della Valle è attivo protagonista della partita, ma non è Mediobanca, e piuttosto non la sopporta.

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