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venerdì 15 luglio 2016

L’emergenza in Francia è politica

Uno stato d’emergenza all’acqua di rose. Una serie di attentati mirati a uccidere in massa, nei luoghi di svago, vissuta nella normalità – “non ci lasceremo distrarre dai nostri stili di vita”. Facciamo finta che il terrorismo non ci sia? Con un terrorismo dichiarato, più che pubblico, e permeabilissimo. Un attentatore noto in Tunisia, ma non in Francia. Una polizia tropo inefficiente: un immigrato con una lunga storia di violenze domestiche e un passato criminale, di cui tutti in Tunisia sapevano tutto, era “completamente sconosciuto ai servizi d’informazione” francesi. E una presidenza imbelle. Due presidenze, di Hollande dopo Sarkozy, che il terreno ha preparato da ministro dell’Interno e poi da presidente, con le sue guerre allegre all’islam.- e nel sistema politico francese la presidenza assomma tutti i poteri.
La strage di Nizza dopo quelle di Parigi supera ogni immaginazione. La Francia non può essere disarmata, non a questi punti, anche se ha una comunità islamica di tre milioni di persone. Tanto peggio se l’attentatore di Nizza è un lupo solitario. Nel sistema politico francese la presidenza della Repubblica assomma tutti i poteri. Ma è come se preparasse una guerra civile, col Fronte Nazionale al comando. Il peggio deve venire?

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