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mercoledì 13 luglio 2016

È Bazoli vs. Mediobanca

A valore facciale non c’è partita: un euro secco subito per ogni azione Rcs è un incentivo imbattibile. Soprattutto a fronte dello scambio con azioni Cairo, un editore relativamente piccolo. E invece Cairo raccoglie adesioni, Bonomi con la sua pur blasonata International Media Holdings (Imh) no.
Cairo vanta oggi un’adesione del 9,5 per cerno del flottante, contro un 2,13 a Imh – ben al di sotto dell’8 per cento di cui il raggruppamento di Bonomi ha bisogno, in aggiunta alla quota preesistente del 22 per cento, per raggiungere il 30 per cento prefissato come quota di successo. Dopodomani la vittoria potrebbe arridere all’outsider, per resa dell’avversario - se i fondi confluiranno, come via via annunciano, su Cairo, un 20 per cento dei titoli.
Cairo se ne congratula come la vittoria del nuovo, rispetto a un azionariato tradizionale del “Corriere della sera” incapace di gestire alcunché, almeno da una dozzina d’anni – e ora punta a un inesistente mercato online. I soci di Bonomi sono infatti i soliti grandi vecchi che hanno portato il primo gruppo editoriale italiano alla semiliquidazione: Mediobanca, Della Valle, Pirelli, Unipolsai. Cairo se non altro conosce il mercato, e sa vendere.
Ma la partita vera, s’intuiva all’inizio e si conferma sempre più, è tra Bazoli e Mediobanca. Il creatore di Intesa sfida Mediobanca nel sul feudo milanese, dopo essere stato spinto fuori qualche anno fa da Generali, il maggiore feudo ancora sotto il controllo dell’ex banca di Cuccia, una sconfitta di cui non si è spento il fuoco. È  con Bazoli che Cairo ha tentato l’avventura, forte di un finanziamento di 150 milioni. E a Bazoli deve quasi la metà della adesioni alla sua offerta di scambio, il 4,2 per cento.

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