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lunedì 9 gennaio 2017

Ombre - 349

“Il problema non è l’islam”, spiega a formiche.net il professor Wael Faruk, egiziano, mussulmano, docente alla Cattolica, “ma l’islam politico: l’islamismo. Cioè un’ideologia. Non è favorendo un’ideologia religiosa moderata che l’Europa combatterà quella estremista del terrorismo. Nel mondo dell’ideologia vince il più fanatico e organizzato, che arma la cultura della violenza”.

Dunque, José Eduardo dos Santos, collaboratore di Agostinho Neto, l’animatore del Movimento per la Liberazione dell’Angola, e suo successore dopo l’indipendenza, è dal 1979 presidente del paese petrolifero africano. Ininterottamente. E ora che ha una certa età, delega alla figlia Isabel. Meglio l’indipendenza che il Portogallo, certo, il Terzo mondo che tanti mezzo secolo fa animava ne ha fatta di strada. Ma in avanti?

Anche in Sud Africa, il glorioso African National Congress di Nelson Mandela è divenuto patrimonio familiare. Di Jacob Zuma, il pittoresco capo Zulù che con sei mogli che è succeduto nel 2009 a Mandela, e dopo due mandati si assicura la continuità. Ma non per filiazione, per coniugio: Jacob cede lo scettro di presidente del Sud Africa a una delle mogli, Nkosazana Dlamin-Zuma.

Nkosazama è l’unica per la verità delle mogli che si è divorziata. Ma era già la terza moglie, convivente, e ha fatto a Jacob quattro figli – venti sono quelli riconosciuti.

Grillo a Bruxelles lascia gli anti-euro britannici per passare al gruppo parlamentare liberale. Cioè agli europeisti puri e duri. Non per essersi convertito, ma per avere incarichi nel Parlamento europeo, e accesso a una parte consistente del fondo spese dei parlamentari za 5 Stelle, pari a 700 mila euro.

Al Tribunale di Roma che venerdì deve pronunciarsi sull’esposto di un avvocato di area Pd sulla costituzionalità del suo contratto per l’ortodossia con 5 Stelle, pena il pagamento di 150 mila euro, Virginia Raggia raddoppia l’argomento dell’esponente. Ha presentato una memoria in cui sostiene  che il contratto e la penale sono nulli in quanto in contrasto col codice civile. Lei, giustamente, è avvocato civilista e non costituzionalista.

A Torino, invece, Chiara Appendino non ha sottoscritto alcun impegno. Non costretta, evidentemente. È dei romani che Grillo non si fida? O dice quello che prima gli passa per la testa?

“Missione: sopravvivere a Trump & Co.”. Martin Wolf, il commentatore economico del “Financial Times” è catastrofico sull’ “Espresso”: “Incantati Da un demagogo per finire in mano a un tiranno: può accadere nelle più importanti democrazie occidentali? La risposta è sì”.
Negli Stati Uniti? Un sistema istituzionale che ha superato la guerra del Vietnam, l’inconvertibilità del dollaro, l’uso sconsiderato della bomba atomica? Serve più allarme o più onestà intellettuale?

“la Repubblica” di De Benedetti – di Calabresi? dell’uno e l’altro insieme – è per la guerra a Mosca. Che sarebbe all’origine della vittoria di Trump. Le prime cinque pagine menano il torrone. Rampini viene in sesta, per dire che Obamacare sì, la riforma sanitaria di Obama è bella di buona ma costa maledettamente caro, e qualcuno gli ha votato contro.
Quando saprà il lettore di “Repubblica” – che pare sia una lettrice – perché Trump ha vinto le elezioni? O lo hanno votato i russi, marpioni?

Pezzo forte dei dossier della Cia & company sullo spionaggio russo sono le intercettazioni dei politici e funzionari di Mosca che esultano per la vittoria di Trump. Ci voleva lo spionaggio per scoprirlo, siamo ridotti male?

Nessun dubbio in chi ha visto Napoli-Sampdoria che l’arbitro Di Bello ha giocato per il Napoli. Non ha fatto errori, ha proprio giocato per i padroni di casa. E allora? Niente, va bene così.

“Non è la crisi la nemica delle nascite”, argomenta Federico Fubini su “Sette” portando al confronto il boom del 1944, l’“anno terribile dell’Italia”. E invece sì: il 1944 era la speranza, il paese rinasceva dopo la guerra, per tre quarti dell’Italia già finita.

Si stracciano le vesti, i giudici e i giornalisti romani, alla “rivelazione” che per entrare all’Atac, all’Ama, e alle altre aziende del Comune di Roma, e non esclusi i Vigili Urbani, Il primo stipendio annuale, a volte anche due. Cosa che a Roma tutti sanno – le famiglie si tassano per l’anticipo, si fanno “buffi”.

Ci sono le sanzioni contro la Russia, ma non impediscono all’americana Glencore e al fondo del Qatar Qia di comprarsi un 20 per cento di Rosneft, il gruppo del petrolio di cui Putin ha messo in vendita una quota. Un acquisto finanziato dalla milanese Intesa San Paolo, con vanto. Gli affari vengono prima.

“Chi è indagato può non dimettersi”: nessun dubbio che Grillo ha cambiato le regole per non perdere Roma, sapendo che la sua sindaca Raggi dovrà essere incriminata. Ma: come ha fatto Grillo a saperlo? Lo sa da Cantore, da Ielo, dai Carabinieri, dalla Finanza?

Come fa Grillo a sapere di un avviso di reato in arrivo è il vero problema, Che però non possiamo risolvere. Invece è chiaro che il comico è un politicante, di molto vecchi conio: un opportunista e un furbo.

È per questo che Grillo riceve infine la benedizione dei grandi quotidiani? Ai quali comincia a piacere anche l’inutile Raggi. Che è, al meglio, una sprovveduta. La Cenerentola, come non pensarci. Ma noi che principi siamo che ce la possiamo permettere?

I banchieri amano farsi ritrarre frontali con le braccia conserte. È la posa del mezzobusto, di uno cioè pieno di sé. Danno sicurezza, o si danno sicurezza, sui milioni che si pagano cm retribuzione?
La semantica la dice una posizione di difesa. Contro il risparmiatore? 

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