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martedì 10 gennaio 2017

Meglio perdere il Campidoglio che il sottogoverno

Passata in sordina, l’assoluzione di Marino, l’ex sindaco di Roma, per gli scontrini (non ha rubato mille euro al Comune), dellaquale si pubblicano le motivazioni, apre un abisso. Dice quanto il partito Democratico a Roma è corrotto, quanto i 5 Stelle sono truffaldini, quanto la stampa romana è incapace o corriva – truffaldina e corrotta.
Il Pd romano, pur commissariato due volte in due anni, è andato in massa dal notaio per costringere Marino alle dimissioni, quando la Procura della Repubblica titubava ad incriminarlo. Ha preferito cedere il Campidoglio ai 5 Stelle. Sotto i quali evidentemente continua a prosperare nel sottogoverno.
Contro Marino due storie. Quella di una Panda parcheggiata in area riservata – prospiciente casa ma riservata al Senato (anche quando il Senato dorme, quattro giorni su sette). Vendetta evidente dei Vigili Urbani, da Marino denunciati per l’assenteismo. E una serie di consumi privati che avrebbe messo in conto al Comune. Gli “scontrini” per i quali la vicenda è stata chiusa con l’assoluzione. Le denunce anonime sono partite da funzionari della contabilità e del personale legati al Pd romano? È probabile. E di altri che miravano a fare carriera con i 5 Stelle? È possibile. Anzi, le quattro o cinque carriere fulminee di funzionari capitolini che si contestano alla sindaca ci sono pochi dubbi che siano uno sdebitamento (di che non si sa: l’ipotesi Marino è quella meno turpe).
L’assoluzione, che è un fatto enorme, è passata in breve sui giornali, e solo sulle cronache romane, perché ne sono corresponsabili. Corresponsabili del linciaggio. Virulente e virulentissime Senza mai dire qual era l’origine delle accuse. I cronisti sono la parte più avventurosa del giornale, ma ci sono limiti: controlli, sui testi, sulle fonti, vigilanza, riscontri.

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