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sabato 19 agosto 2017

Morire di ermetismo

Cananzi monta in video le immagini della memoria del medico poeta morto suicida nel 1961, nella casa di Melicuccà presso Palmi, dove era nato e cresciuto e dove tornò per morire, in solitudine. Alternandole a immagini dei luoghi - a colorature dei luoghi, qualki vogliono essere le immagini idilliche - in sintonia con versi di Calogerro che trascrive. 
Un uomo difficile per una poesia difficile, è stato detto. Ma più giusto è dire un uomo che pur imprenditivo, medico, cultore di tutti i possibili canali letterari che in qualche modo riusciva a penetrare, non un asociale, anzi, finito nell’isolamento e l’indigenza spirituale in vita – il video evidenzia le tante sue citazioni da ultimo da Pavese. Pubblicato dopo morto e riconosciuto grande poeta (“con la sua poesia ci ha diminuiti tutti”, ebbe a dire Ungaretti), e tornato nell’oblio perché l’epoca preferisce semplificare. E Calogero non si presta.
Una sua sistemazione critica attende ancora l’autore. S i è detto che è un’epitome dell’ermetismo, la derivazione mallarmeana che dominava la Toscana e Firenze negli anni 1930, delle raccolte che in vita ha infine pubblicato in proprio, e dei due volumi di suoi componimenti, sui tre programmati postumi, che l’editore Lerici fece in tempo a pubblicare negli anni 1960, prima di chiudere bottega, nella collana Poeti Europei. Nell’ermetismo lo inquadra Luigi Tassoni, nella piccola antologia che ancora lo fa leggere. Ma forse è di più: un poeta innamorato della parola.  
Rosario Cananzi, Lorenzo Calogero

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