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venerdì 14 settembre 2018

Nazionalismo, populismo, complottismo


Si è acculati da troppo tempo dall’Europa, e cioè proprio dal foro cosmopolita per eccellenza, ad atteggiamenti nazionalistici, e non è una buona cosa. Una prospettiva nazionalista non è buona cosa: nel vasto mondo che cosa è l’Italia? Ma bisogna pure difendersi, se aggrediti. C’è una guerra giusta, e il suo principio è questo, la difesa contro le aggressioni.
Parla Draghi contro il governo italiano, nello stesso giorno in cui la Commissione Ue trova a Roma tanti “piccoli Mussolini”. Naturalmente l’attacco non è concordato, non c’è l’ora X, ma lo è: Moscovici e Draghi pensano e parlano allo stesso modo, e non sono i soli, non parlano a titolo personale. I loro rilievi possono essere più o meno fondati, ma poiché si tratta di opinioni sono insieme fondati e infondati: critiche di questo tipo, volontarie (si possono anche non fare), si fanno per aggredire. La reazione è perciò necessaria. Per questo, ma anche se Draghi, o Moscovici, parlassero in deliquio singolo.
La difesa è però problematica. Perché automaticamente accula al fascismo, o al populismo. È in questo l’aggressività dei rilievi di Draghi e Moscovici: che sono insidiosi. Hanno già fatto male, prima che una qualsiasi difesa sia apprestata.

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