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giovedì 21 marzo 2019

Potevano non sapere – il segreto di Pulcinella


Dell’avvocato di sapeva. Dell’assessore Berdini pure, che si era dimesso per questo. Però non si diceva – poco, solo di Berdini, che però, vista la mala parata, si è eclissato. La “stampa”, che volentieri è scandalistica, si è fermata a Roma, al Campidoglio. Fascino della sindaca? Interessi dei padroni immobiliaristi - padroni dei giornali? Traffico delle influenze – posti, consulenze, bella gioventù?
Sapeva naturalmente la sindaca: lo sapeva come tutti, se non d’ufficio – altrimenti che ci sta a fare? E sapeva Di Maio, che casca dal pero: un capo partito e vice capo di governo che non sapeva nulla dell’appalto, dell’unico appalto, del suo partito, la cosa non depone a suo favore.
Ora si sa che Camillo Mezzacapo non era il mediatore, solo il collettore. Mediatore è un studio di ben altro spessore. Con contatti al più alto livello con la dirigenza della Roma e col vecchio vertice 5 Stelle – ma davvero il capo dei 5 Stelle è Di Maio? Ma non si dice. In attesa che la Procura faccia un passo avanti?
Questo è lo snodo principale dell’affare stadio: oltre che il non sapere, va segnalata nel caso la caduta improvvisa del brocardo ambrosiano “non poteva non sapere”, che tanta giustizia ha mietuto in Italia. Specie a opera, appunto, della Procura di Milano, quando si trattava di abbattere l’autonomia del politico. Nella quale brillava proprio Ielo, oggi Procuratore della corruzione a Roma. Che infine, sapendolo tutti, non ha potuto non denunciare il Campidoglio. Ma proteggendo appunto Raggi e Di Maio: loro “possono non sapere” – nonché Grillo, che è all’origine dell’affare.
L’opera distruttrice dell’antipolitica non è completata? Che altro vuole dall’Italia che ha disossato?

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