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mercoledì 20 marzo 2019

Gli stadi immobiliari

Si chiamano stadi ma sono progetti immobiliari. Quello della Roma, a Tor di Valle, dopo quello della Fiorentina al Castello. Che tanti strascichi giudiziari hanno comportato, a Firenze a carico dell’amministrazione (ex) Pci, quella prima di Renzi - il progetto ha dodici anni di vita. A Roma a carico dei 5 Stelle: l’avvocato Lanzalone, De Vito, e altri - e non è finita.
Novanta ettari da “valorizzare” a Firenze, molto meno a Roma, ma con cubature enormi, inizialmente anche con due grattacieli. È per questo che non si fanno stadi moderni, come “la stampa” sportiva lamenta: non è facile autorizzare grandi speculazioni, con oneri di urbanizzazione (strade eccetera) a carico dei Comuni. A Torino, dove non c’era la “valorizzazione” immobiliare, lo stadio è stato fatto.
L’immobiliare è prevalente, non c’è un vero interesse dei tifosi, e quindi dei club calcistici in sé. Tor di Valle è molto più scomodo per i romanisti dell’Olimpico, Castello ancora peggio per i viola, rispetto al Franchi. È di interesse delle proprietà, Della Valle a Firenze, e James Pallotta, il manager di hedge fund incongruo padrone della Roma.   

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