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mercoledì 3 giugno 2020

L’Europa della lesina

Calma e ghiaccio, è sempe l’Europa della lesina – merkeliana, del “troppo poco troppo tardi”. L’Europa non affronterà la crisi tutta subito, come fanno Cina e Stati Uniti, malgrado abbia anch’essa decine di milioni di disoccupati, e il crollo della produzione e dei redditi. La lascerà marcire – lascerà marcire l’Europa.
Alla lettura, il Recovery Fund, che il governo italiano voleva un gigante ammazza-crisi, risolutivo, è poco più di niente: una selva di micro-interventi, scaglionata negli anni, soggetta a molte condizioni, cioè a lunghi controlli burocratici.
Come già nel 2008, l’Europa si avvia a non fare niente. Cina e Stati Uniti sono subito riemersi – la famosa “conversione a V” – dopo la crisi bancaria, l’Europa no. Lo stesso si avvia a fare ora, anche se la crisi è perfino peggiore che nel 2008.
Imprenditori ed economisti sanno che i crac si evitano con una reazione forte, concentrata. Ma la commissione von der Leyen non ha modificato il merkelismo al comando in Europa: meglio non fare.

 



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