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sabato 9 dicembre 2023

Il processo è la pena

Un potente scopre la giustizia nella conformazione italiana, della giustizia come tortura, la giustizia politica. Fatta di Procure e cronisti giudiziari. Una berlina, un ludibrio, nella forma della tortura “medievale” della carne staccata a brandelli con pinze e coltelli. Una pena in qualche modo sempre capitale per l’accusasto, e i suoi congiunti e conoscenti, prima del giudizio e durante, prima della condanna – specie se l’assoluzione non si può evitare.
Avvocato di formazione, e di professione prima di diventare il Grande Banchiere che poi è stato (avvocato della diocesi di Brescia, avviato alla finanza per essere l’avvocato del vescovo),  Bazoli è stato esposto sul rostro degli accusati per nove anni, nella sua stessa Brescia, prima di essere assolto, in Tribunale e in Appello.  Quei nove anni ha vissuto, come tutti gli indagati e rinviati a  giudizio, come fosse già condannato: esposto al pubblico ludibrio. Per l’insolenza dell’accusa - le indiscrezioni, gli innuendo, le indignazioni, più o meno finte – e per le cronache che-c’inzuppano-il-pane. Se ne è lamentato dopo l’assoluzione definitiva, e quelle considerazioni propone ora a stampa.
Bazoli non è un mammoletta. È uno anzi famoso per il pelo sullo stomaco. Come banchiere, negli acquisti, cessioni, accorpamenti, liquidazioni, senza riguardi per nessuno, con cui ha creato Banca Intesa, il maggiore gruppo bancario. Come editore surrettizio della Rcs-Corriere della sera, dietro il nome di Rotelli, al tempo del ludibrio di “Mani Pulite”. Come leader occulto della sinistra cattolica o popolare, ex democristiana. Nei confronti di Prodi, per esempio. Ma più nei confronti di Fazio, il governatore della Banca d’Italia che aveva saputo traghettare le sbrindellate banche pubbliche (Iri e di Rispamio) verso il mercato: Bazoli ne decretò la perdita del posto e dell’onore per avere intralciato alcuni suoi disegni di espansione, soprattutto la conquista di Generali - Fazio fu condannato, ma a Milano, dai giudici di Bazoli.
Morale della favola e dell’indignazione? I giudici “di sinistra” (bazoliani) hanno segato Fazio, i giudici di destra ci hanno provato con Bazoli, con perdite. Bazoli comunque vince, si direbbe, alla slot della giustizia, 1-0. La “giustizia di sinistra” è più giusta di quella di destra? O chi semina vento raccoglie tempesta?
Ma essere processati a novant’anni, per non avere commesso il fatto, certo è dura.  
Giovanni Bazoli,
Il processo e la pena, La Quadra, pp. 65 € 10

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