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giovedì 8 maggio 2008

L'irrilevanza dei giornali

Più che di Rutelli, e di chi lo ha candidato, il successo di Alemanno è la sconfitta dei media, l’irrilevanza dei media. Si dice, si diceva, che Berlusconi vince perché ha le televisioni. In realtà è un comunicatore mediocre. E le sue televisioni non gli danno più spazio che a Prodi o Veltroni. Soprattutto, le sue televisioni non insidiano i suoi avversari come la Rai e la 7 fanno, anche in par condicio, checché ne dica l’Osservatorio di Pavia, con gli spettacoli, il cabaret, i momenti comici ai talk show, i vignettisti, eccetera, i quali un solo soggetto hanno, Berlusconi. E con la Rai i cinque maggiori quotidiani. Esemplare è il build-up che i grandi giornali stanno facendo di Alemanno, che al meglio sembra essere un giovanotto cresciuto, nel frenetico tentativo di smantellarlo prima del tempo: il nuovo sindaco ne esce come uno statista – se non è Dio, dato che lo danno in ogni luogo.
In meno di dieci giorni il neo sindaco ha spostato l’Ara Pacis, e l’ha rimessa al suo posto, ha spostato i campi rom, avviato la costruzione di due stadi, uno per la Roma e uno per la Lazio, bloccato l’accesso a Roma di George Clooney, e forse pure di Di Caprio, ha nominato assessori dei parlamentari, e li ha disnominati, ha invitato a Roma il nuovo sindaco di Londra, mussoliniano, ha chiuso il Festival del cinema, l’ha riaperto, e l’ha affidato a Pasquale Squitieri, che ha invitato molti registi italiani, i quali si sono rifiutati, è andato dal papa e dal rabbino, e dall’imam (o ci andrà dopo?), ha celebrato i templari a Ocre, che solo tra andata e ritorno gli prende quattro ore, ha celebrato la Liberazione e i martiri delle Fosse Ardeatine, e ha inalberato la bandiera d’Israele. Ma stamattina sta ancora, prudentemente, cercando gli assessori.
In altra epoca si sarebbero detti dei provocatori, più che dei giornali.

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