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martedì 14 luglio 2009

L'Eco del Muro

Duecento delle 350 pagine sono su Berlusconi, perché (non) è quello che è. Perfino noiose. Con i famosi “giornali stranieri”, pure Eco, che ne sa più di ogni altro, e questa è ipocrisia. Nell'ultima delle raccolte periodiche delle sue rubriche e degli articoli per i giornali, non manca il solito Eco, sorridente, garbato, accurato. Ricco di idee brillanti. La Neo Guerra. La “Summa” e la New Age, della chiesa incluso. Lo squallore del giornalismo. La scintillante retorica della prevaricazione, che in poche pagine, per lo più occupate da Tucidide, fa la tara di tutti i Berlusconi - compreso quello dello stesso Eco.
C'è la percezione che non c'è più Europa: senza politica estera e di difesa è probabile la balcanizzazione, lo sbriciolamento cioè in staterelli sudditi di questo o quel grande interesse. C'è la percezione della islamizzazione crescente dell'Europa, che è demografica prima ancora che politica o missionaria. Anche in tema di berlusconismo, Eco non sa tacere la realtà: “Una delle tragedie sociali del nostro tempo è stata anzitutto la trasformazione di quella valvola di sfogo, in gran parte benefica, che era il pettegolezzo”. Che però non era disprezzo, come dice Eco, o superiorità congenita, ma cattiveria, insolenza, e anche compassione certo.
In America vige ora l'uso per i candidati politici di dichiarare le avventure extraconiugali. Si dice per la correttezza o lealtà che impronta la politica Usa - una favola. Il motivo è che il ricatto è esteso. Il che potrebbe voler dire, di nuovo, che è forte negli Usa il senso morale, il rispetto della famiglia eccetera, ma non è vero, quasi sempre no. Quasi sempre ci sono schiere di avvocati a percentuale che montano le donne extraconiugali, segretarie, fidanzate, puttane, per i numerosi benefici legati alla “denuncia”: memorie, interviste, passaggi in tv, servizi fotografici, e la moltiplicazione delle tariffe per le professioniste. Sempre i più accesi moralisti sono stati padroni dei bordelli, a New Orleans, a Chicago, erano un secolo fa i maggiori finanziatori della politica, il moralismo fa aumentare i prezzi. Un discorso che non meriterebbe nemmeno di essere ripreso, se non fosse che Eco sembra avallarlo.
Dopo il compitino, Eco ha la zampata del critico: il pettegolezzo, nobilitato in gossip, è invasivo e ha soppiantato ogni altra forma di comunicazione. Ora “è la vittima che spettegola di sé”, parlando delle proprie vicende in pubblico. Una volta l'eroe era segreto, e lasciava intendere gesta spettacolari, impossibili. Oggi fa la coda alle emittenti tv, per mostrare il culo, tutto quello che gli lasciano mostrare, non si pone limiti. E questo, va aggiunto, è il caso non solo delle veline, ma della stessa capitale morale d'Italia, che è, se qualcuno lo ha dimenticano, Milano. Sparlate di me, è il motto, qualcosa resterà.
Poi, però, Eco non si esime dalla politica, e uno vorrebbe non dover leggere. Passi per Berlusconi. Ma sguazza, tra “Repubblica” e “L'Espresso”, in quel mondo, elzevirista, irrealista, della bella scrittura, che lui stesso ridicolizzava e i due giornali erano nati per cancellare. E dice cose come: "Il vero elettorato di un partito che si vuole riformista non è un fatto di masse popolari bensì di ceti emergenti”, cioè quello che diceva, trent'anni prima, il "cinghialone” Craxi. O: “Quella grande e benedetta pace del primo mondo che si chiamava Guerra Fredda e che tutti rimpiangiamo”. Che non è una battuta, è il nocciolo della questione. La rimpiangerà Eco, che sebbene libero si vuole sempre impegnato.
Perfino Eco si era sovietizzato e non si è desovietizzato. Lui come Bobbio, per dire, i migliori pensatori laici, o liberali, non irreggimentati. Che però non si sono assuefatti alla caduta del Muro – Bobbio, per dire, la cosa migliore che ha scritto dopo è “Destra e sinistra”. Che non è un episodio in una guerra, ma un mondo diverso. In cui c'è l'Asia e non c'è più l'Europa, per semplificare. E gli Stati Uniti sono quelli di Lucas, il regista, dalla caduta del Muro sempre in una qualche guerra, anche due e tre insieme, remoti gestori di un impero che non considerano e non conoscono - Obama ha perfino la sagoma del perfetto androide, che parla come l'aquila dello stemma, guardando da destra e da sinistra (in realtà legge i messaggi prefabbricati dalla Forza Oscura....), figlio di un africano uscito dal bush e ivi scomparso, di una madre fattrice bianca di cui altro non sa, educato nelle remote Hawaii da vecchi saggi, in figura di nonni....
Riletto a distanza, c'è in questa raccolta visibile il vizio del pensiero di sinistra in Italia dopo il Muro, che non morde: ha interiorizzato il residuo più velenoso del Pci dopo Togliatti, il berlinguerismo, di quelli che non sono nulla ma si dicono popolo eletto. Si resta sbalorditi di fronte alla sicumera con cui uno studioso fra i più accurati della comunicazione, sensibile, ironico, dissacratore, distribuisce scemenze, e perfino falsità. Sul terrorismo, per esempio. Che colpisce d'anticipo e d'improvviso. Sfrutta coè il fattore sorpresa della vecchia Arte militare che si studiava ai corsi Auc, oggi forse desueta, oggi che le guerre sono collettive, limitate, popolari, costituzionali (parlamentari). Vince quindi sempre il primo colpo, e anche il secondo e il terzo. Se è efficace si vede dopo i cinque e prima dei dieci anni, quanti ce ne vogliono agli apparati istituzionali per organizzarsi e reagire, in Irlanda del nord, contro le Brigate Rosse, in Afghanistan, contro Al Qaeda.
Più della caduta del Muro ha segnato l'epoca Tienanmen, l'inizio della globalizzazione. Quando gli Usa decisero di non perseguire gli antichi nemici cinesi sui diritti umani e anzi di giovarsene per una nuova ondata di prosperità economica basata sui bassi costi. Un progetto non contestabile e anzi buono, benché implichi l'abbandono di molte posizioni acquisite, salariali e d'impiego della forza lavoro. Il ribaltamento delle posizioni acquisite in America e in Europa è avvenuto all'insegna della libertà e del progresso di miliardi di asiatici – e non è detto che l'abbattimento delle barriere sindacali non sia stato un bene per tutti. L'America questo lo ha subito capito, quasi di istinto – è il West a livello mondiale. L'Europa no.
L'Italia sì, ha capito che non ci sono più gli alti salari di una volta, né la sicurezza del posto, e imbarca tutta la forza lavoro al limite della sussistenza che le riesce, portando l'economia nera da un quinto a un terzo del totale. Ma la sinistra italiana no, e gli intellettuali meno degli altri: Eco, che è per molti aspetti il migliore di tutti noi, più aggiornato e più libero, lo dimostra malinconicamente in queste pagine rilette. Facendo per esempio l'elogio dei no global, che non rappresentano nessuno, come se fossero la coscienza del mondo. Come se si compiacesse di fare lui il passo del gambero.
Umberto Eco, A passo di gambero

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