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venerdì 17 luglio 2009

Moralismo a Milano

Dopo a verlo alimentato, e pur continuando ad alimentarlo, Milano riscopre il pregiudizio. L'antipatia, se non la violenza, del pregiudizio. Quando si esercita contro di noi. Quello per cui un inglese di mezza tacca è sempre migliore di un duca o condottiero italiano, ora anche uno spagnolo di mezza tacca - e qualsiasi milanese è migliore di Benedetto Croce. Se ne sdegna Stella sul "Corriere della sera" ed è tutto dire: non c'è più pregiudicato di lui.
Massarenti, sul "Sole 24 Ore" trova "irritante" che Michael Jackson si sia appropriato di una canzone di Al Bano, negandogli ogni riconoscimento, come da padrone a schiavo - proprio lui, si può aggiujngere, un nero appena sbiancato. Dappertutto, in rivalsa, rinunciando al Rinascimento, che è ormai di difficile concezione anche per chi ha fatto l'università, si riafferma che la pizza è italiana.
Encomiabile. Tutto, anche la scoperta del pregiudizio, pur di non darla vinta a Berlusconi (e a quell'altro stronzo, Bossi, che però ci piace...). Il quale, bisogna però dire, ha ospitato il G 8 all'Aquila senza la pizza (nell'occasione ha riposto anche il mandolino). E, poi, la pizza non è napoletana? Bisogna anche intendersi su cosa è italiano...
Il provincialismo è grande a Milano. Con tutti quei "giornali stranieri" che ogni giorno sostituiscono i quaresimalisti, e sono anzi ancora più terrificvanti. Milano che è, bisogna ricordarlo?, la capitale vera dell'Italia, morale e no.

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