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giovedì 25 febbraio 2010

Casini for president

Non è un gioco di parole, non è una provocazione, non è uno scherzo, è la tessitura alla quale si dedica D’Alema, in qualità di vero segretario del partito Democratico. Con Fini, magari, in ticket con Casini. Due che insieme non fanno il cinque per cento. Con Polverini, magari, al posto di Epifani - che il Lazio così lascerebbe a Emma Bonino, candidata unica, seppure osteggiata dal papa? E' solo un'idea di Velardi? Bene, se è solo pubblicità, i fichi Fini e Casini stanno bene infatti nella pubblicità. Altrimenti, nascondersi va bene, ma nascondersi fino a tal punto? O dobbiamo infine riconoscere che Fini e Casini sono le belle copie di D’Alema e Veltroni, palestrati, visagizzati? Ma, allora, perché allontanare tanti buoni democratici cristiani dal Pd in direzione di Casini, e poi prendersi tutto Casini, e alla presidenza del consiglio?
Non è politica, e si sapeva, si fanno solo furbate. Ma prendersi Casini per fare che? Giusto per sbolognare Berlusconi. Ma quello l’ha già fatto Prodi, un paio di volte, senza esito. E, poi, che sinistra è quella di un Casini, magari con Fini dietro? Che normalità è questa? Sì, Casini e Fini hanno la Rai e i talk show della Rai, fanno figura di giovani, e non hanno occhiaie, non avendo pensieri. Ma delle due cose l’una: o la Rai mette i suoi favoriti come falso scopo, come punching ball, oppure porta sfiga, chi ci troneggia non vince.
A meno che D’Alema non li candidi proprio per fregarli. Furbo!

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