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sabato 22 maggio 2010

Ombre - 50

La legge sulle intercettazioni, che vaga per le Camere da tre anni, sarà impugnata da Sky “in tutte le sedi europee”. Che non vuol dire niente, l’Europa è una sola. Ma ottiene grandi titoli. Il pescecane M urdoch baluardo della libertà di stampa era da vedere. Contro una legge che non c’è: è sempre stato intimidatorio.

L’inchiesta sul G8 si collega a Why Not, dice “Repubblica” giovedì. E a nient’altro?

La Garzantina di Filosofia fa questo esempio di “sillogismo in Barbara”, ottenuto mediante la riduzione “per impossibile”:
Tutti i ladri temono la prigione
Alcuni uomini politici non temono la prigione
Dunque, alcuni uomini politici non sono ladri.

Usa “la cricca” anche in Germania nell’ennesimo Kultukampf – “la cricca dei vecchi depravati di Roma”, i cardinali, il papa. Non sarà questa “cricca” anch’essa una parola d’ordine internazionale”, un complotto? Come quello dei Quattrocento?

Giorgio De Rienzo ricorda Sanguineti, suo maggiore all’università di Torino, con l’aneddoto del professor Getto, onesto barone cattolico, che tenta di mandare in cattedra il poeta, o Giacomo Debenedetti, un comunista insomma, ma viene bocciato dai membri comunisti della commissione, che gli nominano il suo candidato “naturale”, il cattolico Bàrberi Squarotti.
Ma non oggi, in epoca berlusconiana, una cinquantina d’anni fa.

“L’inchiesta sul G 8 arriva allo Ior”, è la prima di “Repubblica” lunedì. In poche righe. Come, il Vaticano che fomenta la corruzione in poche righe?

Sabato Di Pietro è andato a Firenze. A deporre spontaneamente, fa dire, nell’inchiesta sulla Scuola dei Marescialli. Ci va accompagnato da un gazebo del suo partito, come sfondo alle riprese in tv. E con stuolo di giornalisti. Che dimenticano di dire che invece è stato convocato. Perché l’appalto lo ha dato lui quando era ministro. Cioè lui lo ha ridato, estromettendo l’impresa che lo aveva vinto. Che poi ha fatto causa al governo e ha vinto, anche in appello.
Tutto questo non si dice perché l’impresa estromessa d’arbitrio da Di Pietro era quella di Fusi, l’amico di Verdini? O per paura di Di Pietro? E perché?

Sentono tutti, i Procuratori di Firenze, sentiranno tutti i ministri dopo Di Pietro. Uno alla volta, per consentire ai giornali di fare le pagine. Tutti ma non i responsabili dell’appalto su cui indagano, la Scuola dei marescialli e la lottizzazione di Castello. Forse perché i responsabili sono fiorentini e non fanno notizia? Perché vanno protetti?

L’interesse privato è, paradossalmente, il solo reato odioso che non viene contestato a Berlusconi, l’affarista diventato politico – insieme, fino a un anno fa, col libertinaggio: i due reati più “popolari” in Italia, tutti siamo approfittatori e “scannatori”. La corruzione sì, dei giudici, delle guardie di finanza, dei concorrenti perfino, ma non gli si addebita ancora nessun furto, e nessun traffico d’influenze. Questo è miracoloso, si capisce che Berlusconi si voglia santo.
Ma forse non andrebbe detto, si rischia di passare per jettatori? Questo sito aveva già sollevato il problema di Berlusconi senza una amante, e subito gli è stata trovata, la famosa “minorenne” di cui più non ci liberiamo.

Dopo la economista Fornero che non sa nulla di banca, e il bello guaglione Beltratti, la suora, “suor Giuliana banchiera per caso”. Bazoli si può dire allora sublime, se non santo subito, pure lui: si è nominato il presidente, per conto del socio torinese, la Fondazione San Paolo, e ora si nomina la vice-presidente. Vice dell’inutile Benessia, il suo cavallo, per modo di dire, di Troia.

“Il Foglio” dice Hans Küng “un conformista”, sulla traccia del sito cattolico americano First Things. Ma è vero: sentirlo dommatico alla radio o nei talk show dà i brividi, un teologo perentorio e accomodante.

David Clegg la mattina tratta con Cameron. Il pomeriggio e la sera con i laburisti. La mattina dopo
fa il governo con Cameron. Accettando qualche posto e rinunciando a ogni programma. Ma l’onesto “Guardian”, di cui è il pupillo, non lo critica. E quindi nemmeno i giornali italiani, ancora ammirati del liberale che doveva stravincere le elezioni e invece ha condotto il partito, per la prima volta dai tempi di Owen, alla sconfitta.

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