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lunedì 1 novembre 2010

Il duce antifascista

L’annunciata ricucitura dei rapporti tra l’Italia e la Germania a opera di Fini non c’è stata (ma l’Italia e la Germania sono nemiche?). La cancelliera Merkel e il presidente del Bundestag non hanno avuto tempo da dedicargli - la Germania ha la memoria lunga in fatto di fascismo. Fini s’è dovuto contentare di intervenire a un convegno della casa editrice di Axel Springer, vecchio camerata. Ma da nuovo democratico e anzi antifascista: ha anche avuto il tempo di rilevare, infatti, con l’ambasciatore d’Italia Valensise, che tutta la Germania ride di Berlusconi, ride dell’Italia. E tornato a Roma ha tenuto una conferenza stampa per comunicare la scoperta congiunta. Tutto ciò in poche ore, e dunque non si può dire che il presidente della Camera Fini sprechi il tempo, o abusi della sua carica.
Se non che, sentita la terribile nuova, dell’onore nazionale perduto a opera di Berlusconi in Germania, l’incorruttibile sicilianista onorevole Granata ha tuonato: “Non si può stare al governo con Berlusconi”. E lì la cosa ha preso una brutta piega. L’onorevole non sembra un eretico, è anzi uno dei beniamini del pensiero unico, il genere Travaglio-Santoro. Ma i finiani compatti sono scesi in campo, benché non richiesti e appunto senza necessità, per ingiungergli di tacere. Tutti all’unisono, non uno ha detto una parola che l’altro non avesse detta: il verbo è di Fini, gli altri tacciano.

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