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martedì 2 novembre 2010

Milano, mazzette e morale

Rubavano anche i carabinieri e i cancellieri del Tribunale, oltre ai tecnici del Comune, secondo “il Messaggero” di quindici anni fa, il 18 novembre 1995. Del Comune di Milano e del Tribunale. All'indomani di Mani Pulite e di tutta la tribunalizia spazzatura morale. Un tecnico del Comune si faceva pagare con scopate.
Il furto è – era? - la normalità, nella capitale morale e in tutto il paese. Viene perseguito ma pro forma. Non c’è castigo, poiché non ha valore deterrente. Anzi, il castigo è più spesso un rincaro mafioso: “Paga a me”.
Non nascendo dalla disperazione né dal bisogno, è il furto un’attitudine naturale? Ci vuole educazione per non rubare. È un’attitudine naturale nella civiltà di massa. Livellata, cioè regolata da criteri quantitativi. La società di massa esistendo ormai da quasi un secolo, e prosperando essa come non mai, il furto non è infrazione (disordine) né diminuzione (impoverimento).

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