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giovedì 24 maggio 2012

Il potere è cattivo senza Dio

Il potere nasce dal bisogno di protezione – l’obbedienza, che il potere vuole, si dà in cambio di protezione. Si capisce subito con Schmitt il rifiuto cronico, da alcuni decenni ormai, di una politica che non risolve nulla, quando non è ladra. “Don Capisco” dialoga con se stesso alla radio, e il fatto è già di per sé straordinario, nel 1954 si faceva filosofia alla radio, seppure tedesca. Con arguzia e nitore. Con un’illazione insidiosa: “È strano che la tesi del potere cattivo abbia cominciato a diffondersi a partire dal XIX secolo”. Con la morte di Dio: “Il detto «Dio è morto» e l’altro «Il potere è in sé cattivo» nascono nel medesimo tempo e dalla medesima situazione. E in fondo significano la stessa cosa”.
La prima conversazione era stata tradotta dal Melangolo e dalla rivista “Behemot”, la seconda, su “terra e mare”, da Angelo Bolaffi nella raccolta omonima del 1986. Qui si aggiunge il “Prologo” dello stesso Schmitt all’edizione spagnola: il proposito è di riportare “l’attenzione da un ingannevole mondo à la Potemkin alla realtà dell’uomo e della sua terra”. Giovanni Gurisatti spiega nella postfazione e nelle note gli aspetti personali delle due trasmissioni, sull’infatuazione nazista del “giurista cattolico”, che aggiungono pregnanza ai brevi testi.
Carl Schmitt, Dialogo sul potere, Adelphi, pp. 124 € 7

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