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martedì 26 febbraio 2013

Senza l’Italia non c’è Europa

La posizione dell’Italia è molto chiara: è un paese fondamentale per l’euro e per l’Europa. Per questo non ha nulla da chiedere alla Germania ma solo far rispettare la collegialità, le regole del gioco. È su questo quadro che i rapporti tra i due paesi vanno intesi, ma purtroppo la diplomazia italiana s’è persa.
Napolitano, che non ha spostato due mesi fa, quando ha dovuto chiamare i comizi elettorali, la visita in calendario in Germania, ne è un segno: è l’ultimo paese che avrebbe dovuto visitare, dopo un voto che si sapeva controverso, per riaffermare che l’Italia è in Europa. Napolitano, specialista di politica internazionale, non sa che la Germania non ha mai rispettato un trattato? Che non sa avere alleati – non è gli Usa, o l’Inghilterra, è un altro mondo - ma solo subalterni? Che la cancelliera Merkel è famosa in patria per il cinismo?
La Germania è quella che, per diciotto lunghissimi mesi, ha fatto campagna, profferito minacce e disposto misure contro la Bce e contro il debito italiano. Un anno e mezzo in cui la Volkswagen ha denigrato la Fiat quasi giornalmente - col sostegno dei migliori giornalisti italiani, è vero, ma è gratuito? Senza darsi pensiero, la Vw, che il fallimento della Fiat sarebbe il fallimento dell’Italia, e quindi del suo secondo o terzo mercato europeo. O, la cancelliera, che la Germania fallisce con l’Italia. La Germania lavora così. 

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