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lunedì 4 novembre 2013

Gli affari oscuri di Unicredit

Fino a Profumo la strategia era credibile: mettere assieme un gruppo di banche e di territori diversi, in Italia, e insieme creare un gruppo cross-border, il primo al mondo realmente internazionalizzato, in grado di compensare i rischi e di offrire ai clienti una piattaforma europea. Un progetto ambizioso ma formidabile. Poi vennero gli affari oscuri. Per primo l’allontanamento dello stesso Profumo, il banchiere che aveva progettato e realizzato il tutto. Senza spiegazioni.
C’era anche Unicredit – con Mediobanca – nello scandalo del San Raffaele. Sono tutti Unicredit gli affari oscuri dell’As Roma, o della famiglia Sensi, e di Fonsai, o della famiglia Ligresti. La prima destabilizzata direttamente, con due anni di assedio alla famiglia che ne era proprietaria. La seconda indirettamente, tramite il fondo newyorchese Amber Capital. Di uno oscuro finanziere, Joseph Oughourlian, segnalatosi per essere stato un dirigente di Société Générale, uno dei templi della finanza laica franco-belga. Sottraendo la prima alla famiglia Sensi, che se non rientrava del debito, 300 milioni, ma pagava gli interessi. Per darla a un oscuro avvocato newyorchese, James Pallotta, che agirebbe per conto di un certo Di Benedetto, che non ha mai messo un euro. E la Fonsai, a prezzo di svendita, a Unipol, l’assicurazione della Lega delle cooperative.
Si trattava di sloggiare due famiglie di destra? E chi è Pallotta? E perché minacciare fallimenti, col rischio di non rientrare dei crediti, anzi decretandone il decurtamento?
No, Unicredit ha liquidato i Ligresti per conto di Mediobanca, di cui è socio di riferimento. Mediobanca era stata la banca dei Ligresti. Fino a che i Ligresti nel 2011 non pensarono di portare in Fonsai come alleato Groupama, il leader francese delle assicurazioni. Contando sul fatto che Groupama era socio di Mediobanca e l’aveva salvata nel dopo-Cuccia. L’allargamento di Groupama impensierì invece Pagliaro e Nagel, i direttori di Mediobanca, che d’un colpo si liberarono del gruppo francese e dei Ligresti. Col vice Procuratore Capo Francesco Greco, sensibilissimo a Mediobanca.

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